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Rush

Regia di Ron Howard vedi scheda film

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La recensione su Rush

di alan smithee
7 stelle

locandina

Rush (2013): locandina

E' difficile immaginare due caratteri più diversi; due personalità più agli antipodi tra Niki Lauda e James Hunt: scontroso e burbero, antipatico e bruttino l'austriaco, quanto aperto e gioviale, accattivante e decisamente bello l'inglese. La storia di una rivalità che diventa amicizia senza mai strafare o scendere a mielosi compiacimenti: questa è la storia di Rush, e, fuori dal film, una delle più appassionanti che possano essere state vissute nel mondo dello sport e dei motori durante gli anni '70.

Ci voleva un bravo regista come Ron Howard per non sbagliare piglio ed approccio nel raccontare con dinamismo e senso del ritmo questa lunga "corsa" verso l'olimpo della gloria: un regista preciso e misurato che forse non ci regalerà mai un vero capolavoro, ma probabilmente nemmeno un disastro in termini qualitativi.

 

Chris Hemsworth

Rush (2013): Chris Hemsworth

Daniel Brühl

Rush (2013): Daniel Brühl

Sfruttando la bravura, il sex appeal, il physique du role di due attori che sembrano perfetti per dare il volto e il corpo ai due eroi della formula 1, Howard riesce a sintetizzarci in immagini efficaci e spesso pure belle la lunga sfida di due irriducibili numeri uno, diversissimi nell'atteggiamento intrapreso e nella concezione ed organizzazione delle rispettive vite e carriere, per ottenere ognuno il proprio identico scopo, ma in fondo speculari e ambiziosi con la medesima intensità, coraggiosi e pronti a lasciarsi alle spalle un futuro già facilmente tracciato dalle rispettive origini piuttosto agiate, per andare dietro alla propria inguaribile ed incontrollabile passione.

E' impossibile non rimanere affascinati almeno un pò dall'accostamento felice e prezioso di due personalità così differenti, rivali all'infinito, ma in fondo proprio per questo e per una serie di affinità che li lega ad un destino percorso a tavoletta su una strada che è ben di più di un circuito di gara, così straordinarie.

Certo a tratti la sceneggiatura semplifica e favoleggia, romanza e appiattisce con trovatine ed escamotage da fotoromanzo televisivo, uno sviluppo che torna ad appassionare quando la macchina da presa torna a concentrarsi sulla sfida, impressa sulle quattro ruote che stridono e si sbriciolano tra i catrami ardenti della pista di gara.

 

Chris Hemsworth

Rush (2013): Chris Hemsworth

Strepitoso Daniel Bruhl, certo, ma non di meno appare in fin dei conti quel Chris Hemsworth la cui statuarietà e perfezione scultorea poteva sembrare sin dai tempi di Thor, più un freno che un veicolo ideale per mettere in rilievo una capacità espressiva che non viene sopraffatta dal bell'aspetto. Parlando di bellezza non si può non citare quella (invero ben nota) di Olivia Wilde, nel film moglie infelice di Hunt, che, in fuga dall'ingestibile consorte, strappò Burton dalle grinfie della Taylor, alimentando pagine e pagine di cronaca rosa che, a loro volta, contribuirono a rendere ancor più luminosa la luce divistica del biondo pilota inglese e del suo diametralmente opposto rivale austriaco: l'angelo biondo e godereccio e il topo ritroso ma organizzato e prudente, in una sfida eterna che genera rispetto e, alla fine, pure una forma inconfessabile di stima reciproca.

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