Regia di Dante Ariola vedi scheda film
La parabola pirandelliana di Mattia Pascal prende il volto dell'ottimo (come sempre) Colin Firth, un uomo stufi della sua piatta vita che decide di darsi morto per trasformarsi in quel qualcuno che avrebbe sempre voluto essere. L'incontro con Mike, una bravissima Emily Blunt, lo condurrà alla resa dei conti con il suo passato. L'interpretazione degli attori è intensa quanto la loro alchimia ma, la regia, si perde tra lunghi piani sequenza e silenzi, interrotti solo da dialoghi sporadici e poco esistenzialisti. La fotografia non eccelle e non contribuisce a dare sfarzo, o almeno bellezza, alle fredde immagini. Tutto sembra molto “fuori dalla normale comprensione” anche e soprattutto il finale, che riporta nell'uomo la tanto angusta coscienza; lo spettatore non comprende il “cambio di rotta” che conduce l'uomo al ritorno a se stesso. Dov'è il punto di rottura? Qual'è l'evento scatenante? Tutto finisce per apparire come un mero capriccio senza capo ne coda. Peccato, poteva essere un ottimo spunto di riflessione esistenziale.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta