Regia di Robert Redford vedi scheda film
Thriller politico d’azione, La regola del silenzio ha sconcertato Venezia 2012, con la sua raffica di humour nero dalla parte dei Wheathermen e il gusto del grande cinema targato Pollack, Pakula, (Arthur) Penn. E se Eastwood e Spielberg amano dare Lezioni di Storia ai disincantati che ignorano Iwo Jima e Lincoln, Redford non è da meno, e per l’occasione rievoca il Movement massacrato sui campus americani attraverso le più belle facce di attivisti democratici antiguerra in Vietnam, Sarandon, Nolte, Julie Christie. «Avevano dei buoni motivi» gli Students for a Democratic Society, passati in clandestinità alla fine degli Anni 60, a far saltare stazioni di polizia, basi dell’esercito, uffici del Pentagono con ordigni “fuori orario” destinati a non mietere vittime, secondo il divo di Tutti gli uomini del Presidente. Redford dirige e recita nelle vesti di Jim Grant, avvocato a difesa dei diritti civili, ex militante dei Wheathermen (poi Wheather Underground grazie alle “women”), scovato trent’anni dopo da un giovane reporter (LaBeouf) a caccia di scoop. In fuga da un’ingiusta accusa di omicidio compiuto durante una rapina, Jim attraverserà i luoghi mitici della rivolta, dalla Big Sur della Beat Generation alla Flint della General Motors, dove nacque il movimento che si appropriò di un verso di Bob Dylan per darsi il nome: «Non c’è bisogno di un meteorologo per capire da che parte tira il vento». Alla ricerca di prove di un’innocenza che vale per tutti, Jim, braccato dall’Fbi, incontrerà gli ex compagni, nascosti come lui sotto false identità in un crescen-
do di suspense e detour narrativi. On the road dalla purezza visiva di Adriano Goldman su testi esplosivi di Lem Dobbs (dal romanzo di Neil Gordon), La regola del silenzio segue, autoironico e dissacrante, i militanti riconvertiti al presente. Chi traffica in marijuana, chi fa il «professore di marxismo», chi l’hippy e vende cibo biologico... Jim/Redford corre con i suoi bellissimi 76 anni, rivoluzionario con altri mezzi (legali), i tempi sono cambiati, ma in fondo d’accordo con la sua ex compagna Mimi (Christie) «mi costituirò quando lo faranno le multinazionali assassine».
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