Regia di David Barrett vedi scheda film
Jeremy assiste all’omicidio di un amico e riconosce l’assassino: David Hagan, testa di un’organizzazione criminale ariana. Testimoniare o no? Poco cambia, i neonazi lo ammazzerebbero comunque. Allora il ragazzo non ha scelta. Deve uccidere Hagan, sfruttando la copertura della protezione testimoni. «Sarai un fantasma, ma sarai salvo». O almeno così dicono. Più è in pericolo, più si allontana dalla sua identità e dalla sua anima pacifista. Fire with Fire, occhio per occhio. Al perdono subentra la vendetta, sangue chiama sangue in un crescendo di violenza animalesca che sorprende per schiettezza grafica. Uscito in mezzo mondo nel 2012, il film di Barrett palesa virtù e limiti del suo regista. A suo agio nell’action dopo una carriera spesa a coordinare stuntman e a dirigere serie tv, Barrett conosce tempi e ritmi del genere, sfoderando interessanti soggettive dai proiettili e consentendo all’adrenalina un libero sfogo nei frequenti snodi sparatutto e picchiaduro. D’Onofrio non riesce proprio a fare il bravo, personalizzando con istrionismo quel folle Hagan contro il quale si scagliano i volenterosi Josh Duhamel e Rosario Dawson, nonché un Bruce Willis inutile come poche altre volte nel ruolo di un tenente da scrivania. Quando il ritmo cala, però, Barrett è a disagio e la sua regia non sa cogliere l’erotismo dei corpi, perdendosi in romanticismi di routine. Non mancano raccordi imprecisi e facilonerie di sorta a discapito della verosimiglianza, ma il peggio lo raggiunge 50 Cent - peraltro coproduttore - in un cameo di rara ma preventivabile illogicità.
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