Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Una celebre attrice teatrale, dopo aver ucciso il marito, chiede aiuto all’amante, che a sua volta si rivolge a un’amica studentessa di recitazione e innamorata di lui: sarà quest’ultima, conducendo indagini in autonomia, a scoprire cosa è accaduto davvero. Importante punto di snodo nella filmografia hitchcockiana, per due motivi: da un lato sembra riprendere lo schema di certe opere del periodo inglese quali Il club dei 39 e Giovane e innocente, con un protagonista braccato dalla polizia che riesce a scagionarsi grazie all’intervento di una donna; ma poi lo ribalta, rivelando che l’uomo è veramente colpevole. Dall’altro lato, con la geniale invenzione del flashback menzognero piazzato nella prima scena (e incomprensibilmente criticato per la sua presunta scorrettezza nei confronti dello spettatore), anticipa il discorso che innerverà La donna che visse due volte e Psyco: non necessariamente le immagini riproducono la verità, ed è illusorio fidarsi di esse. Poi c’è Marlene che fa la mantide, e che da sola merita la visione.
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