Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Il presunto assassino Jonathan Cooper (Richard Todd) e la sua spasimante Eve (Jane Wyman) scappano verso il mare, dopo un misterioso omicidio. La fascinosa attrice Charlotte Inwood (Marlene Dietrich) ha circuìto l’uomo e ha spostato i sospetti della polizia su di lui; Eve carpisce la verità e vuole indirizzare la polizia sulla giusta strada, per cui coinvolge numerosi personaggi, tra cui un ispettore di polizia, la cameriera della Inwood, ma soprattutto il suo affabile padre (Alistair Sim) che l’aiuterà nell’obiettivo.
Il fascino androgino ed ipnotizzatore della Dietrich, avvolta in meravigliosi abiti attillati e nuvole di fumo, ma anche il palese messaggio d’amore di Hitchcock all’arte teatrale (coi numerosi riferimenti, ma soprattutto con le ultime, emozionanti sequenze) è ciò che rimane di un film per il resto troppo imbalsamato e poco scorrevole a causa anche di un improponibile doppiaggio italiano (l’originale in lingua inglese è tutt’altra cosa). Il film si segnala per un numero di personaggi molto più alto rispetto alla media hitchcockiana e proprio il sottilissimo equilibrio tra tutti i protagonisti, con continui scambi di identità e di ruoli contribuisce a rendere alta la tensione.
Piccola prova di coraggio del maestro del brivido: la scena in cui Hitch presenta Marlene Dietrich è una sfida tra la moda dell’epoca e il marchio di fabbrica del regista britannico: Hitchcock propende per presentare la diva scevra del suo divismo, partendo dal dettaglio del vestito sporco di sangue, simbolo del misterioso uxoricidio che regge l’intero film, piuttosto che partendo dal celeberrimo volto dell’attrice.
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