Regia di Margarethe Von Trotta vedi scheda film
Trasposizione di Tre sorelle di Cechov nella Pavia degli anni ’80: Velia è una single razionale ed equilibrata che insegna letteratura all’università; Maria è infelicemente sposata con un comico televisivo; Sandra studia medicina, è idealista e barricadera; il fratello Roberto è un impiegatuccio con moglie fedifraga. Un film che sembra nato già vecchio, polveroso, ammuffito. Ci sono amori, tradimenti, abbandoni, anche una morte violenta, ma non ci si appassiona neanche per un secondo; e non ci si appassiona perché tutto è posticcio, perché i personaggi sono malati di infantilismo e incapaci di vivere i drammi che attraversano. Non manca una spruzzata di ecologismo, né una malcelata ammirazione per la lotta armata (per me già Anni di piombo era un’apologia del terrorismo, ma evidentemente la von Trotta sentiva il bisogno di aggiungere una postilla). Occhio al 54’: c’è un enfatico primo piano di mezzo minuto (!) sulla faccia di Castellitto che andrebbe mostrato nelle scuole di cinema per spiegare come non si usa la macchina da presa. Ma almeno una buona notizia c’è: Valeria Golino viene doppiata.
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