Il film è stato massacrato da critica e pubblico, eppure è un film cupo, livido nei toni, con un buon ritmo, una fotografia eccezionale, una messinscena accurata senza sbavature pur presentando un comparto di immagini talvolta portato all’eccesso, è un film equilibrato che procede lentamente verso l’abisso o apoteosi finale.
Heidi Laroque, DJ di una radio di Salem, riceve un pacco contenente un disco del fantomatico gruppo I signori di Salem che alla fine della settimana si esibiranno in un concerto tanto esclusivo quanto misterioso, si trova così coinvolta dalla congrega di streghe che segretamente ancora vive a Salem per concepire e mettere al mondo il figlio del Diavolo.
Il film raggiunge livelli di grottesco e di visionarietà paragonabili ai film di Fulci, Lynch e Ken Russell.
Le citazioni sono tantissime, del resto Zombie come Tarantino è un postmoderno che rielabora una cultura alta e bassa per distruggere il genere, farlo deragliare come accadeva più o meno consapevolmente con Fulci, che era un genio ed era coltissimo ma aveva poi sprecato gli anni giovanili in generi minori per approdare più tardi ai suoi capolavori. Naturalmente tanta parte hanno i film satanisti degli anni 70: L’Esorcista, Rosemary’s Baby, Suspiria.
Il film è stato massacrato da critica e pubblico, eppure è un film cupo, livido, pessimista, con un buon ritmo, una fotografia eccezionale, una messinscena accurata senza sbavature.
Pur presentando un comparto di immagini talvolta portato all’eccesso, è un film equilibrato che procede lentamente verso l’abisso finale, un film talvolta disturbante che metaforizza anche la ricaduta nella droga della protagonista.
I personaggi sono complessi e ben scritti, gli ambienti sinistri senza essere ridondanti, la luce è particolarmente azzeccata, una luce fredda, che rende la pellicola intrisa di un pessimismo cupo che la eleva al di sopra di molta produzione horror americana, sembra di vedere un film horror europeo, nel senso migliore del termine. Un film eccezionale che va oltre il genere senza snaturarlo.
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