Regia di Rob Zombie vedi scheda film
Dopo un pugno di film sicuramente più commerciali, con "Le Streghe di Salem" Zombie tenta il salto autoriale e confeziona un horror vecchia scuola ma infarcito di elementi che lo portano ad avere un taglio artistico/esoterico non adatto ai palati grezzi.
Il coraggio di Zombie qua raggiunge vette mai toccate, pur non premendo il piede sul volgare (a parte una scena in Chiesa con la protagonista che immagina di esser avvicinata da un prete corrotto) l'ex musicista plasma uno dei film più blasfemi che mi sia mai capitato di vedere (soprattutto a fine film). Del resto, dato il soggetto di partenza, è anche giusto che sia così visto che si parla di sabba.
Il soggetto ruota attorno a un asse centrale che ha in Rosemary's Baby di Roman Polanski la sua fonte ispiratrice.
Infatti abbiamo una ragazza (la super tatuata Sheri Moon Zombie, qua meno attraente del solito) che viene plagiata da un trio di vicine per copulare con il principe delle tenebre (bizzarrissimo e originale, dato che viene rappresentato come un nano che cammina con il passo da pinguino sfoggiando due tentacoli come organi riproduttivi).
A questa base di partenza si aggiungono poi elementi ripresi da The Ring (al posto della videocassetta, l'orrore si innesca con un disco musicale che riproduce la musica delle streghe di salem e ottenebra le menti), dalla trilogia delle Tre Madri di Dario Argento (soprattutto a livello visivo, oltre che per la presenza di tre streghe) e dall'estro onirico visionario di Jodorowsky. Citazione evidente anche a Fulci e al suo L'Aldilà (la bionda con gli occhi bianchi) e a La Terza Madre di Argento (scena splatter che sembra evocare l'assassinio iniziale della Cataldi Tassoni perpetrato anche qua da dei demoni dal volto sfuggevole)
E' proprio la componente onirica, da vero e proprio trip, a prevalere sul resto, sebbene i dialoghi siano ben strutturati. Ci sono delle sequenze intrise di arte macabra (Zombie scomoda anche Bach e Mozart) che raggiungono l'apice nello sfarzoso tempio della stanza numero 5. Purtroppo manca una sceneggiatura robusta, piegata quasi del tutto all'estro visionario (davvero fortissimo).
Epilogo un po' mozzato che lascia con l'amaro in bocca e che non conduce da nessuna parte se non alla follia (infatti si arriva a un suicidio di massa).
La regia di Zombie è buona, il filmaker opta per un ritmo crescente che ricorda un po' L'Esorcista per come viene strutturato l'evolversi degli eventi. Dunque una partenza blanda (seppur preceduta da un prologo d'effetto) e via via in crescendo.
Memorabili le parti ambientate ai tempi dei roghi delle streghe, con effetti speciali che evitano (per fortuna) o comunque contengono ai minimi storici la computer grafica. Tra l'altro c'è anche una gustosa citazione a La Maschera del Demonio di Marione Bava.
Bruttini alcuni effetti che io definisco bubusettete o i quadri che improvvisamente lacrimano sangue e cose del genere che invece sono troppo commericali.
Interpretazioni buone con una serie di vecchie conoscenze del B-Movie anni '70 che sicuramente faranno piacere agli amanti del genere.
Fantastica, in alcuni tratti, la fotografia che raggiunge apici da opera di classe.
Fastidiosissima (quasi ai livelli di Tubolar Bells di Mike Oldfield) la colonna sonora firmata John 5.
Dunque un horror sconsigliatissimo a chi è facilmente impressionabile (perché i temi trattati sono potenzialmente pericolosi), a chi ha pregiudizi tipici dei censori (ci sono delle scene super blasfeme che potrebbero offendere i conservatori che non distinguono tra arte e altri contesti) e anche a chi è avvezzo a horror all'acqua di rose di ordinaria distribuzione. Consigliato, invece, a chi antepone la componente onirico/visiva al resto. Peccato che la sceneggiatura non vada oltre i canonici temi e che non sforni un finale degno di tale nome.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta