Regia di Rob Zombie vedi scheda film
TFF 2012 - RAPPORTO CONFIDENZIALE
Dopo una leggera e solo gradevole opera di inaugurazione, la prima giornata di festival e' trascorsa con il film di Leos Carax (lo splendido, balordo e accattivante Holy Motors, quasi un capolavoro!) e con l'impegno civile di Pablo Larrain ("No", ovvero come battere una dittatura a suon di spot pubblicitari), film che ho visto mesi fa a Cannes e che ho recensito a suo tempo, la mattina del secondo giorno parte e si sviluppa in una sua buona parte con l'orrore. Partire con Rob Zombie era quanto meno doveroso ed appropriato, e la sua ultima opera, storia di streghe, esoterismo e sette sataniche, e' girata molto bene, spaventa poco, come del resto accade nelle sue mature e riuscite opere precedenti, piu' impegnate a descrivere con l'horror i malesseri e le deviazioni malsane di una società alla deriva, che a voler far sobbalzare dalla sedia gruppi di teenagers testosteronici.
Questa volta la bella Sheri Moon Zombie assurge al ruolo di protagonista assoluta, nei panni di una dee jay alternativa bella, tatuata e con treccine alla Bo Derek, che si vede recapitato un misterioso vinile che contiene una lugubre musica che ha il potere di risvegliare, fra le donne di Salem, le antiche maledizioni scatenate nel 1600 in seguito alla messa al rogo di 25 donne giudicate eretiche da parte di un sanguinario inquisitore. Un gioco al massacro che si consuma lentamente, tra visioni che mischiano senza troppa ansia o timori di suscitare scandalo, immagini sacre rese immediatamente dopo blasfeme da accostamenti demoniaci, animali satanici e atti sessuali lascivi e compulsivi. Con questo film, forse il piu' ambizioso dell'autore, il piu' maturo e narrativo, e per questo forse meno coinvolgente dei film precedenti, Zombie conferma la sua già lodata e riconosciuta predilezione nel voler continuare ad esprimere con questo genere, spesso altrimenti confinato al puro svago, le proprie ossessioni nei confronti di un'America di mostri che si rifugia nella follia per fuggire alle responsabilità e alle colpe del passato.
Una regia accurata ci accompagna in androni di palazzi veramente inquietanti dove i mostri si annidano nell'animo di chi credi stia dalla tua parte. E Salem resta la cittadina degli orrori per eccellenza, già teatro delle dannazioni magistrali di Stephen King. Ma Zombie e' un regista coraggioso e dopo essere uscito indenne (ed anzi del tutto a testa alta) dal rischiosissimo doppio remake dell'Halloween di Carpenter, non si cura di utilizzare nomi e territori già in uso al principe della letteratura orrorifica.
Coadiuva la riuscita della pellicola un cast molto funzionale che comprende anche, in due ruoli di contorno tutt'altro che trascurabili, due vecchie glorie come Dee Wallace (la mamma di E.T.) e Maria Conchita Alonso che mi piace ricordare.
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