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Il peggior Natale della mia vita

Regia di Alessandro Genovesi vedi scheda film

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La recensione su Il peggior Natale della mia vita

di supadany
4 stelle

Un successo, soprattutto quando si verifica nell’ambito commerciale, comporta quasi sempre un (più rapido possibile) sequel, con formula ripetuta e solo qualche aggiustamento da apportare sperando che poi tutto vada come nell’esperienza precedente.

Così Alessandro Genovesi mantiene la stessa intelaiatura, si cala ancora di più nello spirito natalizio (proprio dell’uscita in sala), conferma i ruoli chiave del cast cambiando il supporto comico (dentro Diego Abatantuono, fuori Alessandro Siani) e la bellezza di turno (dentro Laura Chiatti, fuori Chiara Francini).

Manca poco all’arrivo del loro primogenito e Paolo (Fabio De Luigi) e Margherita (Cristiana Capotondi) decidono di trascorrere il Natale in un castello di montagna di proprietà di Alberto Caccia (Diego Abatantuono), amico della famiglia della ragazza.

Ancora una volta Paolo è destinato a combinare guai a catena che toccano a turno tutti i suoi compagni di vacanza, tra fraintendimenti ed anche sorprese inaspettate.

 

 

Si gioca sul sicuro (almeno in fatto di incassi) e si finisce col ripetersi di situazioni e tenore, con Paolo motore comico principale (e quasi unico) con tutto il resto a ruotargli intorno un po’ come viene.

Uno schematismo che non aiuta, Alessandro Genovesi gira veloce (nel senso che non ci devono aver messo tanto), offre una fotografia assai natalizia, segue pedissequamente il “suo” Paolo, un vero e proprio disastro naturale vivente.

Purtroppo molto sa di già visto, la ripetitività non aiuta, certo qualche volta una risata ti scappa anche, ma più volte lascia la sensazione di una generale pochezza illustrativa.

E’ anche vero che forse è meno peggio del precedente, meno slabbrato, ma allo stesso tempo anche con punte comiche più chetate, con in più un tentativo di apporre dello humour nero (vedasi la presenza di Ale e Franz in un certo senso fuori dal coro e la morte che aleggia) che però viene precocemente vanificato dal ritorno nel reale più casinaro.

Tutto, o quasi, poggia su Fabio De Luigi, nel suo essere imbranato devastore è abbastanza simpatico, ma portato un po’ troppo in là rischia di stancare, Diego Abatantuono fa diligentemente da spalla, la rassegnazione di Antonio Catania è emblematica, Dino Abbrescia gioca sporco con risultati dall’alterna fortuna, mentre le donne anche quando poste in primo piano non spostano più di tanto gli equilibri.

Tutto abbastanza scontato, un po’ povero nonostante le possibilità offerte da un ampio cast, moderatamente divertente, ma questo non basta per salvarsi quando tutto il resto vacilla pesantemente.

Scapestrato ed innocuo.

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