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Resolution

Regia di Justin Benson, Aaron Moorhead vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Resolution

di mck
8 stelle

“Come fa un amerindo, isolato in Ecuador, a conoscere la differenza tra un alieno, un angelo e un fantasma? Non la conosce, ma si inventa una storia, per dare un senso all’infinito.”

 

Nothing” (with… something) + “Old Joy” + “Cabin in the Woods” = “Resolution” [decisione, soluzione, definizione, risoluzione (dell'immagine e di un enigma), ma anche determinazione, risolutezza, decisione, ed inoltr'e ancora scomposizione (dell'immagine), separazione, scissione] e la somma è - no, non maggiore delle, ma - mediamente equivalente alle parti.
Un bel film. Una bella sorpresa. Dedicargli l’ora e mezza che occorre allo sbobinamento sarebbe cosa buona e giusta.
Ci sono 3 o 4 momenti un po’ ingenuotti (uno per tutti - e senza spoiler -, il primo, e non il più importante: perché Michael (Peter Cilella) non si domanda chi possa aver girato l’AV in allegato con mappa di Google all’e-mail che Chris (Vinny Curran) gli avrebbe spedito?) e sciocchini, ma ve ne sono pure altrettanti d’impatto forte e - in buona parte - inatteso.

 


E allora ecco che laddove a 1h11’30’’ l’antagonista onnisciente si manifesta tangibilmente “sul set”, scalzando il regista da suo podio impugnando momentaneamente la MdP facendole compiere uno scatto evidente durante l’interferente tentativo di passaggio di scettro, lo spettatore corre a ritroso lungo la memoria ricordandosi di quando, un’ora e dieci minuti prima, a 1’30’’, ha notato ed annotato un particolare: nell’attimo in cui s’è svolta la circostanza sembrava un blooper, un errore, un difetto, un refuso, una svista di macchinista/montatore/regista, ma ovviamente (e “in”consciamente) lo spettatore sa che così non può essere, e - oida (οιδα), ovvero: osservo, guardo, vedo e… “quindi e dunque” so, conosco, capisco, comprendo: niente di più sbagliato, nulla: ché "io vedo" non è l'aoristo di "io so", e viceversa - incamera l’informazione, la archivia e cataloga, e prosegue con l’assistere al film, “immemore”, fino a quando non vi sarà occasione di ripescarla alla mente durante l’appalesarsi manifesto dell’oggettiva irreale in fuori campo incarnata dall’abissale, mostruosa, orrorifica, terrificante deiforme plongée finale che inscenandosi e proiettando al suolo la propria ombra assume, adesso sì, definitivamente, il PdV del narratore/creatore, al termine dell’ultimo rullo, verso il cut e il taglio a nero che…

 


Completano il cast e meritano una menzione speciale ciascuno l’horror-addicted Bill Oberst Jr e Zahn McClarnon (“Bone TomaHawk”, “LongMire”, “Fargo - 2”, “WestWorld - 2”).
Regìa (loro opera d’esordio nel lungometraggio, cui seguiranno gli altrettanto validi “Spring” e “the EndLess”, mentre è in uscita, in attesa di distribuzione, “Synchronic”, e ai quali si aggiungono per completezza un paio di cortometraggi e un segmento dell'antologia "V/H/S: Viral"): Justin Benson e Aaron Moorhead, che così si dividono anche gli altri compiti principali: la sceneggiatura a Justin Benson, la fotografia e gli effetti visivi ad Aaron Moorhead e il montaggio e la produzione ad entrambi.

“Come fa un amerindo, isolato in Ecuador, a conoscere la differenza tra un alieno, un angelo e un fantasma? Non la conosce, ma si inventa una storia, per dare un senso all’infinito.” 

Lo so, * * * * è troppo, ma * * * (½) ¾ è giusto. 

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