Regia di Zack Snyder vedi scheda film
Alquanto distante dallo sberleffo e dai toni leggeri che in gran parte dominano il concorrente Marvel Cinematic Universe (qui si conta una sola battuta di numero!), il film attinge a piene mani all'austero e al dramma, trovandosi dunque assai più vicino e affine al "cugino" Cavaliere Oscuro. Ma questo non dovrebbe stupire, notando i nomi di Christopher Nolan nel ruolo di produttore e di David S. Goyer (che aveva co-scritto Batman Begins) in qualità di responsabile della sceneggiatura.
Confesso subito di non essere un estimatore del supereroe per antonomasia. Eppure codesto approccio alle sue origini si è dimostrato non poco accattivante. Molti hanno rilevato, e io concordo, la coesistenza di due anime: l'una è introspettiva, verbosa, ricca di tematiche universali (si pensi al sacrificio di sé) e di riferimenti esistenziali o persino teologici (una quanto mai palese simbologia cristologica); l'altra è di spettacolarizzazione, di puro ammaliamento dei sensi nella suggestione dell'incanto e della meraviglia, in cui rientra pure la componente d'azione. Alcuni lamentano una discordanza tra le due, quasi fossero necessariamente alternative e opposte fra loro (del resto penso sia lecito attendersi la preponderanza del genere di cinema favorito). A mio avviso, invece, si riesce a trovare il giusto equilibrio di compromesso, a soddisfazione dei palati meno intransigenti su entrambi i fronti.
In generale è molto buona la resa dei personaggi. Il protagonista Henry Cavill (Kal-El/Clark Kent/Superman) vanta senza dubbio il physique du rôle. Dovrà ancora maturare professionalmente, ma è già in grado di offrire un'interpretazione sufficiente, per un ritratto giovanile e fragile (forse di proposito) quindi "umano". Degna di nota è Amy Adams (Lois Lane), sebbene si presti inoltre a una storia posticcia (con immancabile bacio) che rimembra quella fra Jane Foster e Thor nel film del 2011 diretto da Kenneth Branagh. Poi non si possono non citare i contributi illustri dei comprimari e dell'antagonista, i quali non sono affatto ridotti a meri specchietti per le allodole e rappresentano anzi un valore aggiunto. Russell Crowe (Jor-El) carica la figura paterna del magnetismo che lo contraddistingue. I genitori adottivi Kevin Costner (Jonathan Kent) e Diane Lane (Martha Kent) sono il primo un mentore d'eccezione e la seconda una consolante presenza materna. Michael Shannon (Generale Zod) dona ulteriore profondità psicologica a un cattivo che già sulla carta agisce finalmente secondo motivazioni diverse dalle consuete banalità di opere simili.
Impeccabile è la resa visiva. La regia affidata a Zack Snyder, infatti, si avvantaggia degli effetti speciali all'avanguardia per costruire un immaginario stimolante. Magari esagera da ultimo nella tracotanza e nella quantità di demolizioni, però ho ad ogni modo apprezzato il suo aver rinunciato allo stile per lui tipico dell'abuso dei rallenty. Non efficace quanto mi aspettasi è viceversa la colonna sonora di Hans Zimmer. La sua musica tenta più volte un respiro epico, ma non ho mai avvertito i brividi di un completo coinvolgimento. Non so se tale freddezza sia da attribuirsi anche a un difetto di montaggio. Non avendone seguito la realizzazione, non ho idea se esista del materiale tagliato interessante.
Voto: 4,5/5. Fruito rigorosamente nel classico 2D. Non si segnala alcuna scena dopo i titoli di coda. Peraltro l'intreccio de L'Uomo d'Acciaio è appunto di senso compiuto e auto-conclusivo, quantunque il successo dei suoi incassi al botteghino ne lasci prevedere un probabile seguito nel prossimo futuro.
Poco prima che il pianeta Krypton venga definitivamente distrutto, lo scienziato Jor-El riesce a spedire il figlio neonato Kal-El sulla Terra, suscitando le ire del Generale Zod. Sul nostro pianeta Kal-El cresce con la consapevolezza di essere diverso e di avere un giorno una missione da portare a termine. Capirà di dover salvare il genere umano al sopraggiungere di Zod, che intende seminare morte e devastazione.
Pur non avendo avvertito le vibrazioni sperate, riconosco comunque il valore del buon lavoro di Hans Zimmer.
Una colonna sonora da pelle d'oca avrebbe giovato. La sotto-trama sentimentale poteva forse essere tagliata.
Il mio preferito tra i suoi film, sebbene quasi non lo sembri, avendo egli rinunciato all'ostentazione dei rallenty.
Kal-El/Clark Kent/Superman. Impegnato.
Lois Lane. Energica.
Jor-El, il padre biologico di Kal-El. Carismatico.
Jonathan Kent, il padre adottivo di Clark Kent. Toccante.
Martha Kent, la madre adottiva di Clark Kent. Partecipe.
Generale Zod. Iracondo.
Faora. Combattiva.
Lara Lor-Van, la madre biologica di Kal-El. Intensa.
Perry White, il direttore del Daily Planet. Discreto.
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