Regia di Zack Snyder vedi scheda film
Con duecentoventicinque milioni di dollari si fanno tante cose ... specie quando a tavolino si deve realizzare un blockbuster a tema supereroi. Tale cifra stratosferica è servita per girare 135 minuti incisivi dal punto di vista sensoriale, ma pericolosamente meno sul piano emozionale. Zack Snyder, per intenderci il regista di "300", dirige "L'Uomo d'Acciaio" spendendo quasi un quarto di miliardo per orizzonti planetari, edifici che crollano, corpi volanti e un mix così aggressivo di suoni e attacchi distruttivi da mandarci a casa quasi ciechi e sordi. Questa impostazione -di fatto- spacca a metà il film, dandogli due anime (una di natura introspettiva e tematica, l'altra puramente da prepotente action movie) che mal si conciliano, non si uniscono mai e arrivano, quasi al punto, che la seconda annulli la prima.
Il film è caratterizzato da due arie (due tendenze) che si alternano e a tratti fanno 'braccio di ferro'.
Prima parte - Predomina l'introspettiva
Il titolo è affidato dalla Warner Bros al regista Zack Snyder (per intenderci quello del film 300), un cineasta dal peculiare stile e da una certa esperienza in film dai grandi effetti speciali (lui è il Deus ex machina del secondo tempo).
Il film ha lo scopo dichiarato di far rivivere il supereroe con un restyle per i successivi sequel; a tale effetto la Warner Bros si è posta l'obbiettivo di rendere il film un fondamento granitico iniziando dalle origini del personaggio. Missione compiuta, con i limiti di cui al seguito. Lo spettatore medio che va a vedere Superman conosce già la storia del personaggio, ma qui si tratta di dargli uno spessore interiore e un taglio diverso rispetto a quelli girati negli anni '70 e '80. E le cose per Superman non sono così semplici come potrebbero sembrare, ... Spider-Man viene morso da un ragno, sviluppando sensi intensificati e ragnatele con le quali volteggia, ... Batman ha a sua disposizione attrezzature hi-tech ed è il più umano dei supereroi, ovvero non ha poteri speciali, oltre alle sue abilità, comunque umane. Superman NO ... per lui le cose sono più complesse ...
La storia da inquadrare non è solo nel più generale conflitto tra Bene e Male, ma è una battaglia per la sopravvivenza della umanità, è una guerra civile su Kripton, è uno sviluppo infantile insolito e la scoperta della propria alienazione e la esteriorizzazione sociale, è la paura del diverso, è la gestione delle risorse naturali, è l'uso (o abuso) della forza brutale per la sopravvivenza di una razza (i kryptoniani), ecc... Queste e un sacco di altre cose sono state messe a bollire in questo film, che, naturalmente, non vuole darci solo l'origine di Superman (nel primo tempo), ma vuole anche intrattenerci con delle epiche battaglie su larga scala (nel secondo tempo). Così gli ideatori e autori del film si sono divisi lo spazio con il regista, dando al film due anime in definitiva contrastanti.
Le prime scene su Krypton sono tra le migliori, il paesaggio è ben progettato.
Un trionfo del disegno computerizzato; mirabilmente Zach Snyder rallenta la sua frenetica telecamera regalandoci quei tocchi di grazia per deliziarci della maestosità dell'ambiente di Krypton. Il set della nascita di Kal-El, le circostanze della sua partenza, insieme al destino del suo pianeta e la ribellione del generale Zod sono delle piacevoli rielaborazioni approfondite e efficaci che si fondono perfettamente e definitivamente con una nuova origine per Kal-El, il nuovo Superman. Missione compiuta!
Si vede che Snyder ama folleggiare con la telecamera dinamica attraverso gli effetti speciali e lo sceneggiatore David S. Goyer (l'autore della trilogia di Batman firmata da Christopher Nolan) alimenta continuamente la bestia che c'è nel regista, a cominciare da un lungo prologo sul pianeta Krypton (concepito visivamente come un mix tra Dune, Avatar e la Terra di Mezzo). Qui Jor-El (Russell Crowe) e sua moglie Lara caricano il loro figlio neonato, Kal-El, in un baccello spaziale per spedirlo sulla Terra. Esplode Krypton, Jor-El affronta il Generale Zod (un ferocemente efficace Michael Shannon), la cui ossessione è tutelare la genetica codificata dei cittadini di Krypton; Zod insieme ai suoi fedelissimi vengono arrestati, espulsi su un astronave e confinati nel vuoto, lontano da Krypton, che poco tempo dopo si autodistrugge a causa dell'esagerato sfruttamento delle risorse naturali.
Il primo tempo di Man of Steel ha bisogno di essere timbricamente coerente con il suo produttore esecutivo, ovvero Christopher Nolan , regista dell'ultima trilogia di Batman , che ne impone la matrice intimistica, coerentemente allo stile dello sceneggiatore David S. Goyer. Diciamo che Snyder nella prima parte sacrifica se stesso per dare soddisfazione alla Warner e alla impostazione del produttore esecutivo Christopher Nolan. Ma non è finita qua ..., Snyder sfodera il suo estro nella seconda parte ... con risultati non sempre lusinghieri!
Henry Cavill interpreta l'ultimo figlio di Krypton e la sua performance non è cattiva. Cavill non ha lo sguardo rassicurante di Christopher Reeve, è più freddo, manca di passione e emozione, ma in alcune scene rassomiglia al suo predecessore. Dal punto di vista della fisicità, invece, ... Superman c'è tutto!! Lo stesso si può dire di Michael Shannon che interpreta Zod, il "villain" (il 'cattivo' come dicono gli americani esperti dei comics). Shannon ha una certa naturalità ad interpretante il rancoroso.
Nella seconda parte vediamo Kal-El, 33 anni dopo, ribattezzato Clark Kent. Sembra un giovanotto senza radici che fa umili lavoretti, i suoi istinti eroici emergono nel corso di un furioso incendio su una piattaforma petrolifera che stava collassando su se stessa. Ebbene è qui che Zack Snyder ci dà dentro -a suo stile- mostrando un Clark che a torso nudo strappa una porta di metallo come se fosse Hulk ed entra nella stanza dove c'erano degli operai rinchiusi. Clark è combattuto tra le sue abilità e il desiderio di seguire il consiglio di suo padre adottivo, Jonathan Kent (Kevin Costner), di ritardare la rivelazione dei suoi poteri all'umanità, ancora troppo immatura per accettarlo. Man of Steel spinge su questo tema più volte con i flashback, anche quando il giovane Clark salva i suoi amici di scuola quando lo scuolabus precipita in acqua; mentre poco prima aveva evitato un confronto con un bullo. Insomma una serie di flashback aggiungono tanta profondità alla storia. Senza scavare troppo in profondità, Snyder riesce ad umanizzare un personaggio indistruttibile del mondo dei fumetti. Egli ci mostra quel tanto che basta per farci conoscere la radice di Clark, prima di iniziare a fare il tifo per Superman.
Il Clark Kent presentato non è un occhialuto buffo, timido, un impacciato secchione, come fu impersonificato dal pur bravo Christopher Reeve. Qui Clark è spettinato, può avere il volto cupo, lavora sulle barche da pesca o nei pub. Conosciamo la scoperta terrificante delle sue abilità soprannaturali, le sue reazioni di fronte alla perdita di una persona cara, le sue crisi esistenziali. Clark Kent non è il perfettino degli anni '70, è un ragazzo di campagna disposto a rubare i vestiti, a vendicarsi per un'offesa e a gridare dalla rabbia (insomma un Superman più umano nella formazione, ... mi sembra una scelta più verosimile).
Russell Crowe e Kevin Costner (rispettivamente padre naturale e adottivo) assumono un ruolo di sostegno, sono una testimonianza di quanto Superman significhi per entrambi i mondi (Krypton e la Terra). Anche nei loro ruoli secondari, questi due padri trasportano una passione e una grinta che definisce il DNA di Clark Kent / Kal-El. E' veramente una fusione tra due mondi. Forse questo è il più grande successo del film!
Superman è pieno di benevolenza, ma anche di conflitti. Per aiutare gli altri, o rimanere nel segreto. Scegliere di ripristinare Krypton(?), o proteggere la Terra. Gli esseri umani sapranno accettare Superman per quello che è?
Seconda parte - Domina l'action movie
Con il secondo tempo il generale Zod torna in scena, gli spettatori saranno così pronti a vedere Superman lottare per ciò che è giusto.
Nel primo tempo, penso che il tono è perfetto. Piacevolmente introspettivo e drammatico, certo, ma si sente che si sta andando verso qualcosa di veramente impressionante. Poi, un pò all'improvviso, la storia converge verso l'incontro con Zod e inizia l'azione e la storia di Superman finisce per interrompersi. Le scene diventano caotiche, il regista Snyder prende il sopravvento (su Nolan e autori) e si scatena in scene d'azione che rimbecilliscono lo spettatore sino a farti scordare la prima parte del film (che rimane sicuramente la migliore). E non voglio nemmeno parlare di quanto sia ridicola, stucchevole e artificiosa la storia d'amore con Lois Lane (davvero forzata e fuori luogo). La seconda parte è assolutamente mediocre, benché spettacolare per gli effetti speciali.
Conclusione
Un notevole, ambizioso adattamento ai fumetti, realizzato con pochi punti deboli (molti dei quali concentrati nella seconda parte, dove la distruzione abbonda e Superman sembra proprio uno 'sfascione'). Non è concepito come un film divertente come nei Marvel, ma nemmeno troppo borioso come nella trilogia di Batman del regista Nolan. La prima parte appartiene al genere di film emotivamente profondi. L'Uomo di Acciaio è diverso in molti aspetti dal solito film di supereroi, ma è un prodotto solido, che si inserisce bene nel genere. Alcune delle cose più belle di questo film è il modo in cui sono state girate le scene in rapido movimento (Snyder ha fatto bene il suo lavoro, ma nel secondo tempo con troppo eccesso), la maggior parte di loro sembrano molto realistiche.
A somiglianza di Christopher Reeve, Henry Cavill è affascinante, ma meno emotivo, anche se meglio vestito. Finalmente la tuta di Superman non mostra più le mutande rosse. La Computer Generated Imagery è stata superlativa. La storia e i caratteri sono ben definiti. Siamo pronti per i sequel. Voto 8 pieno.
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