Regia di Anne-Marie Miéville vedi scheda film
E' un breve ma bellissimo racconto di un divorzio, e di come questo si ripercuote sulla figlioletta della coppia. I dialoghi tra i coniugi, specie all'inizio, mettono i brividi per quanto sono taglienti, cioè costantemente protesi a ferire l'interlocutore e scaricare su di lui tutte le responsabilità del fallimento. Tra i due litiganti il terzo... soffre. Si inventa strane melodie unendo "Per Elisa" e un motivo della guerra civile americana, si rotola sul pavimento, rimane imbambolata, parla da sola, cerca di sviare il discorso di mamma e papà che litigano, deve subirsi gli strali maligni delle amiche. Poi inizia lo sballottamento tra i due, mentre entrambi cominciano a vedersi con qualcun'altro. Il tutto è mostrato senza enfasi, e anzi con un tono minimale che però risulta molto incisivo, e spietato nel mostrare la realtà di certe situazioni. Il divorzio, infatti, non viene presentato come "scelta matura e necessaria" o come "presa d'atto".
La bambina è bravissima, e bravi sono anche gli attori che interpretano i genitori. Lo stile è molto diverso dal film al quale fu unito, cioè "Je vous salue, Marie"; è sobrio ed essenziale, piuttosto classico, senza vezzi autoriali.
E' una pellicola che dovrebbe vedere ogni coppia in procinto di separarsi.
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