Regia di Billy Wilder vedi scheda film
Uno dei massimi vertici all'interno della produzione di Billy Wilder, che porta al perfezionamento il percorso intrapreso con le sue commedie precedenti; Sabrina (1954), Quando la moglie é in Vacanza (1955) e Arianna (1957), in cui aveva gettato i semi e sviluppato i temi a lui cari e che ora, giungono a piena maturazione con A Qualcuno Piace Caldo (1959).
Wilder insieme all'aiuto del suo collaboratore ufficiale; I.A.L. Diamond, riesce a confezionare un film definito da alcuni critici odierni come "perfetto" (giocando sulla geniale battuta finale).
Il film non presenta niente di nuovo all' interno della filmografia Wilderiana, ma il regista con un soggetto degno di un cinepanettone nostrano (di cui è sicuramente l'antenato nobile), riesce a costruire una pellicola dal ritmo indiavolato e costruita totalmente sul travestimento e gli scambi d'identità. Joe (Curtis) e Jerry (Lemmon) infatti devono proteggere la propria vita travestendosi da donne e unendosi ad una banda femminile di musiciste, in cui vi è Zucchero (Marylin Monroe), una bella ragazza con problemi di alcool. La capacità di Wilder, sta nel rendere credibile per lo spettatore questa situazione e gli equivoci che si verranno a creare, poiché Joe e Jerry sono costretti a vestirsi da donne per salvarsi dai gangster che li vogliono morti perché testimoni di una carneficina e quindi, non possono svelare la propria identità alla bella Sugar. Wilder riesce ad unire elementi forti (come la Strage di San Valentino) con scene caciarone di dubbio gusto, grazie al sapiente utilizzo del registro della commedia andando anche a trattare di temi tabù; come l'omosessualità latente nel personaggio di Jack Lemmon. Ora; per quanto la critica ci abbia marciato sopra su questo argomento, c'è da dire che Wilder utilizzi l'omosessualità più come gag che come strumento di critica alla morale comune. In effetti il registro da commedia, permette di rendere un tema del genere molto più accettabile, anche perché presentato come il risultato di un Jack Lemmon che si è immedesimato troppo nel ruolo di donna, tanto da smarrire l'identità sessuale propria e non a caso Tony Curtis lo farà rinsavire, così che lo spettatore percepisca il tutto come una recita che si è protratta troppo a lungo al di fuori del "palcoscenico".
A Qualcuno Piace Caldo gioca costantemente con gli equivoci ed i doppi sensi, fregansosene di ogni morale borghese ma al contempo senza scadere mai nella becerata pecoreccia (vista l'impostazione era molto facile caderci dentro), che non può trovare il proprio suggello nella magnifica battuta finale, che è un inno umanista affinché ognuno di noi trovi nel modo che più gli si confà la propria identità personale, in barba ai giudizi altrui sulla morale.
È una pellicola che non ha la poesia fiabesca di Sabrina (1954), il forte cinismo delle commedie successive come Baciami Stupido (1964) o la profondità tematica dell'Appartamento (1960); ed in effetti potrebbe apparire visivamente o contenutisticamente inferiore; ma ha dalla sua però un qualcosa che nessun altro film di Wilder ha mai avuto; cioè la folle anarchia dettata anche da un trio di protagonisti svalvolati, che in tre di loro non arrivano a fare neanche un neurone. Jack Lemmon e Tony Curtis buttano giù lo spettatore a suon di risate, mentre Marylin Monroe oltre ad aggiungere un ulteriore dose di caciaroneria; aggiunge una dolcezza umana dettata dalla sua dipendenza verso l'alcool e lo spettatore tifa affinché Tony Curtis riesca a conquistarla e renderla pienamente felice. Nonostante i problemi creati dalla Monroe sul set per via della sua scarsa professionalità (come puoi ridurti così male, da dover fare 80 ciack per una battuta da manco 3 parole?), l'attrice comunque riesce incredibilmente a tirar fuori di sé la miglior perfomance della sua carriera (e nel treno quando suona l'ukulele, lo spettatore collassa per quanto è bella) per la quale riceverà un meritato Golden Globe. A Qualcuno Piace Caldo, fu il più grande successo di Wilder al box office ed ebbe 6 nomination all'oscar (Monroe al posto di quella pippa di Doris Day potevano candidarla... non avrebbe vinto perché le altre erano superiori, però avrebbe fatto morale); al giorno d'oggi dopo L' Appartamento, resta la più grande commedia di Billy Wilder, assicurandosi così un posto nella storia del cinema.
Film aggiunto alla playlist dei capolavori : //www.filmtv.it/playlist/703149/capolavori-di-una-vita-al-cinema-tracce-per-una-cineteca-for/#commento-450993
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