Regia di Billy Wilder vedi scheda film
Dalla Strage di San Valentino alla celebre battuta del “nessuno è perfetto!” ne scorre di acqua sotto i ponti. L’ “acqua santa” del cinema comico, a prima vista. B. Wilder dissemina tracce di gangster movie con sapienza, ma ciò non pare snaturare il suo prodotto, ovvero un esilarante commedia degli equivoci, quasi una farsa, con abbondanti dosi di slapstick (Tarabas). Nondimeno, l’aggiunta di punte, al contempo, di soffuso erotismo e di sviluppi da drammaturgia pirandelliana arricchiscono di molto il quadro di riferimento.
Merito di una sceneggiatura briosa (maso), scandita dagli equivoci e da continui siparietti comici, onde denunciare, oltre alle mille situazioni tragicomiche, tanta palmare ambiguità (fin dal malizioso titolo: cos’è che a qualcuno piace caldo? Ma il jazz naturalmente! luthien80).
Il trucco c’è (sì da dissimulare una fenomenologia di genere più ricca della mera commedia), ma non si vede (tanto facilmente): T.Curtis e J.Lemmon "en travesti" stanno al gioco con scatenato istrionismo e rendono credibile la metamorfosi fisica su cui si basano tutti gli equivoci della trama (steno 79). Tuttavia, mentre la trasformazione del primo rimane ben circoscritta entro un tracciato farsesco temporalmente limitato (complice una Marilyn Monroe molto ben attrezzata a tal fine), poiché la ragione (ove solo tollera il travestitismo per spirito di sopravvivenza) non ammette confusioni identitarie (benché non sempre così spiacevoli), per il secondo (Daphne/Lemmon) il personaggio interpretato finisce per fagocitare il suo interprete. La finzione supera la realtà. La simbiosi trova perfezionamento. E ciò che l’equivoco (a malincuore) unisce, neppure un tardivo ripensamento può separare.
Allora, trattasi davvero solo di una gustosa commedia?
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