Regia di Giorgio Diritti vedi scheda film
Augusta (Jasmine Trinca) se ne va in Brasile a somatizzare delusioni personali, all'inizio in compagnia di una combattiva suora (Pia Engleberth) in cerca di continue conversioni di indigeni, poi in proprio, mentre a casa, in Italia rimangono la madre (Anne Alvaro) che elaboar il lutto del marito e deve occuparsi a sua volta dell'anziana genitrice, molto malata.
'Un giorno devi andare' è il terzo lungometraggio di Giorgio Diritti, regista impegnato e autore di un convincente esordio, 'Il vento fa il suo giro' e di un'opera seconda ancor più importante, 'L'uomo che verrà', imperniato su un tragico episodio della Seconda Guerra Mondiale: qui, a mio avviso, si registra un brusco calo a livello di esiti filmici, causa uno script incentrato su una storia, già ampiamente trattata da un nugolo di cineasti, del viaggio alla ricerca di se stessi, stavolta in un contesto lontano da quello originario di appartenenza, con lunghe sequenze di navigazione prima - certamente le più belle dal punto di vista puramente cinematografico, con ampio uso di campi lunghi, a mostrare la bellezza incontaminata del paesaggio da un lato e la pochezza dell'individuo, in rapporto ad esso, dall'altro - dove i due personaggi si incontrano/scontrano e alla fine si lasciano e di vita nelle favelas poi, quando la pellicola si perde tra sottostorie di varia povertà, con vite tra palafitte e catapecchie a dir poco fatiscenti, partite di calcio in campetti improvvisati, ragazze madri, assenza delle istituzioni, che più ricattatorie non si può, infarcendole con parentesi italiane, in cui a dolori e lutti se ne accumulano altri senza sosta.
La protagonista Jasmine Trinca, molto lodata dalla critica, continua a piacermi poco come attrice.
Voto: 5,5.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta