Regia di Shion Sono vedi scheda film
Una cittá giapponese immaginaria dal nome che ricorda le cittá colpite dai disastri atomici (Nagashima) subisce prima gli effetti di uno tsunami e successivamente quelli dell'onda radioattività causata dal conseguente malfunzionamento della vicina centrale atomica.
Con una precisione quasi chirurgica vengono evacuati i cittadini le cui abitazioni si trovano all'interno di un raggio di 20 chilometri dall'epicentro della fuga radioattiva mentre nei giorni successivi, anche altre famiglie, prima bonariamente poi con maggiore enfasi ed infine coattivamente saranno obbligate a lasciare le proprie case allontanandosi dalle zone più esposte.
Una famiglia formata dai due vecchi genitori di cui la madre risulta affetta da demenza senile (morbo di Alzaimer) ed il figlio con la moglie incinta (l'attrice Megumi Kagurazaka moglie del regista) dovranno adeguarsi alle disposizioni imposte.
I primi dimostreranno una reticenza stoica tipica del popolo nipponico, i secondi tacitamente poiché speranzosi (come dal titolo) di trovare lontano dalla vecchia abitazione una 'terra della speranza', in cui vivere, meno esposta ai livelli malsani di radioattività dove far nascere l'erede.
La futura madre risulterá colpita dalla fobia atomica che la porterá a vestirsi con una tuta protettiva 'scafandrata' suscitando l'ilarità dei vicini.
'Il governo ci impone paletti che limitano continuamente la nostra libertá' recita uno dei protagonisti nel momento più toccante della pellicola.
Opera di respiro 'civile' con meno fronzoli ed eccessi, come nelle prove registiche di Shion Sono che preferisco, toccante anche se, ma questo forse era inevitabile, particolarmente prevedibile.
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