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The Land of Hope

Regia di Shion Sono vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su The Land of Hope

di alan smithee
8 stelle

TFF 2012 - RAPPORTO CONFIDENZIALE

La tragedia del terremoto in Giappone ed in particolare le conseguenze devastanti dell'esplosione della centrale nucleare di Fukishima (nel film rinominata, come in un triste ed evocativo gioco di parole, "Nagashima") hanno segnato profondamente i giapponesi ed anche un regista originale e così poco legato alla documentazione e alla cronaca. Di fatto Siono con questo toccante lungometrtaggio abbandona o quanto meno mette da parte tutta la morbosità e l'ossessione per l'horror che hanno caratterizzato la sua nutrita produzione, mette da parte (ma senza rinunciarci integralmente in realtà - se si considera lo straziante splendido finale con l'aiuola che brucia e il fuoco che si propaga sull'albero che testimonia una vita coniugale lunga un quarantennio) il melodramma colorato ed eccessivo e si concentra sulla cronaca di un devasto, sulle ossessioni di evitare il contagio, sulle anacronistiche misure di sicurezza che finiscono per dividere il territorio tra zona bandita e zona permessa proprio sul confine della casa contadina della famiglia protagonista.

Che vivrà nel dilemma se fuggire pure lei come i vicini, che scappano lasciandogli il fedele cane, o restare a difendere le proprie radici, il proprio bestiame, i propri ricordi felici di una vita di fatiche ma anche di affetti appaganti e soddisfazioni. La vita di un uomo anziano e saggio che accudisce la moglie affetta da demenza senile e quella del figlio che difende la scelta estrema di una moglie un po' eccentrica che, incinta del primo figlio, sceglie di allontanarsi e di proteggersi oltre ogni cautela ragionevole per salvaguardare il nascituro, sono raccontati da Siono con una intensità e una partecipazione che non conoscevamo in un regista spesso superlativo, ma piu' interessato a sondare i lati oscuri e perversi dei suoi protagonisti, che la lotta vera e reale per la sopravvivenza fisica e morale, la salvaguardia orgogliosa dei propri affetti e delle proprie radici. Toccante, drammatico, ma anche aperto a sdrammatizzare perchè la vita possa tornare piu' rapidamente possibile alle liete fatiche della vita di campagna dei bei tempi. Una straordinaria sorpresa, la piu' gradita sino ad ora in questo bel festival.

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