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Oltre le colline

Regia di Cristian Mungiu vedi scheda film

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La recensione su Oltre le colline

di Peppe Comune
8 stelle

Voichita (Cosmina Stratan) ed Alina (Cristina Flutur) sono due giovani ragazze cresciute nello stesso orfanotrofio. Sono sempre state insieme e si sono sempre amate. Ma, in età adulta, arriva il momento della separazione : Voichita decide di farsi suora e va in un Monastero ortodosso ad iniziare il suo percorso di fede ; Alina, prima viene affidata ad una famiglia, poi se ne va in Germania a cercare lavoro. Un giorno, Alina arriva al Monastero per ricongiungersi con Voichita e portarla con se in Germania. Ma Voichita ha fatto la sua scelta di donarsi a Dio e non vorrebbe tornare indietro. Alina soffre molto per questa scelta inaspettata e cade in un'ispiegabile malattia. Portata all'ospedale, i medici non sanno dire con precisione cos'abbia. Il Padre superiore (Valeriu Andriuta) e le consorelle del Monastero, invece, sanno precisamente di cosa si tratta e usano i loro metodi per curare Alina dal male che l'affligge. 

 

 

"Oltre le colline" di Cristian Mungiu è un film che ci porta in un ambiente chiuso verso il mondo per parlarci della chiusura mentale come strumento cardine della conservazione di qualsiasi ordine costituito e della rigida osservanza a regole prestabilite come fondamentele produttrice di comportamenti alienanti. Dopo il bellissimo "4 mesi 3 settimane 2 giorni", sono ancora due ragazze le protagoniste di un film di Cristian Mungiu. Potremmo definire il suo un "cinema al femminile" tanto è centrale il ruolo attribuito alla donna, vista come l'anello debole in una società retta da maschi, come l'oggetto da poter dominare più facilmente in un contesto chiuso su se stesso il quale, politico o religioso che sia, non concede mai alla donna la libera opportunità di affrancarsi dalla rigità delle sue regole. Ciò che mi sembra accomunare i due film è il fatto che ad una ragazza venga impedito di vivere in assoluta libertà il proprio dolore, che ci sono sempre degli elementi esterni che intervengono ad acuirne il senso perchè, ai motivi che l'hanno effettivamente prodotto, se n'è aggiungono altri più sfuggenti e complessi cui è difficile venire a capo. Se in  "4 mesi 3 settimane 2 giorni" era la decisione di Gabita di abortire, e quindi la necessità di doverlo fare seguendo strade clandestine visto il divieto della pratica legale imposto dalla dittatura di Ceausescu, qui è la fede all'ortodossia religiosa a non far intendere che è l'amore perduto della compagna di una vita a far soffrire terribilmente Alina e non l'assenza di Dio dalla sua vita.

Il monastero è un ambiente chiuso, chi vi entra "deve innanzitutto liberarsi dalle cose del mondo", vive delle sue regole e del controllo totale del Padre superiore. Lo scopo dei religiosi è quello di penetrare Dio attraverso l'isolamento da tutto quanto si trova oltre i suoi confini, perchè le "persone vanno e vengono, solo Dio rimane sempre con te". I moventi terreni non possono nulla rispetto all'aspirazione di praticare ogni giorno  la volonta divinà, di donare se stessi per entrare in sintonia con le regole prescritte dall'ordine. In un siffatto contesto, il trascendente diventa qualcosa di molto più concreto delle cose che capitano nella realtà, ogni agente esterno non viene capito per quello che è e neanche ci si sforza per cercare di comprendere le ragioni profonde del suo esserci al mondo. La nozione di diversità non esiste per delle persone che hanno scelto di ignorare che esiste anche dell'altro oltre la fedeltà acritica alle proprie convinzioni. Nel Monastero oltre le colline, l'altro da se non è visto come un elemento arricchente, ma solo come un possibile esecutore delle mire tentatrici del demonio. Contro tutto questo, Alina non poteva che soccombere, contro tutto questo apparato di pregiudizi che si pongono a difesa di una fede, nessuno riuscirebbe a far valere le ragioni dei propri sentimenti. Voichita è quella che avrebbe dovuto capire la natura originaria del dolore di Alina, sapere che è la sua decisione di rimanere al Monstero e di non partire con lei ad averle causato tanto sgomento e prodotto una reazione tanto spropositata se confrontata con la calma conservativa del Monastero. Invece ha taciuto per non compromettere se stessa agli occhi delle consorelle e perchè, come loro, crede in buona fede di essere nel giusto. Voichita si è esposta molto per proteggere l'amica e garantirgli tutte le cure possibili, ma non abbastanza per difendere l'amante da chi ha voluto farne una tentazione da esorcizzare. Voichita vorrebbe che Alina restasse con lei conformandosi alla vita del Monastero, Alina non accetta l'idea di doverla dividere con qualcun'altro ; Voichita ha scelto Dio ed a lui ha offerto il suo isolamento dal mondo, Alina è pronta ad entrare in conflitto con chiuque pur di riprendersi l'unica cosa bella che gli è capitato di ricevere dalla vita. Voichita si è promessa a Dio è non può più tornare indietro, Alina ha amato solo Voichita e non sa andare avanti senza di lei. É attraverso la complessità del loro rapporto, oltre che di una conflittualità dell'animo che è più o meno esibita a seconda del rapporto che si ha con l'ambiente circostante, che Cristian Mungiu intende dimostrare quanto male può generarsi da una pratica del bene fortemente ideologizzata, quanta ambiguità può celarsi dietro dei comportamenti miti e caritatevoli che derivano dalla cieca fedeltà alle proprie convinzioni piuttosto che da un percorso dialettico con le mutevoli voci del mondo. Oltre le colline c'è un mondo "a parte" chiuso in se stesso che per autodifendersi ha smesso di dialogare con chiunque altro. Un mondo che Mungiu ci presenta con tutto il suo corollario di pregiudizi e superstizioni, come il retaggio di arcaiche tradizioni che, pur nella buona fede che caratterizza l'assolvenza della sua opera, conserva quell'essenza oscurantista che non può evitargli di mietere le sue, inconsapevoli, vittime. Un mondo che è rappresentato senza addizioni spettacolari, con l'essenzialità formale e il rigore stilistico che sono le caratteristiche peculiari dell'ancora giovane carriera cinematografica di Cristian Mungiu.

 

 

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