Regia di Cristian Mungiu vedi scheda film
Strutturato attorno a una storia vera, il film del romeno Mungiu, uno dei migliori cineasti di quel paese, racconta la vicenda di due amiche, di due donne, due amanti, declinata fra le mura di un monastero ortodosso, rigido e ciecamente dogmatico. Alina raggiunge l'amica, Voichita, e rimane ospite nel monastero, rendendosi conto, ben presto, dell'assurdità e della pericolosità di chi lo abita. La sua ribellione, la sua ansia di vita, verrà identificata come possessione del maligno, dal prete e dalle monache, con la terribile conseguenze del caso. Un film che lascia fluire lentamente, troppo, l'orrore di una misericordia folle, di una visione distorta e estremistica della religione, con uno stile scarno ma potente, fino alla quasi insostenibile ultima ora, che lascia sbigottiti e indignati. Un'opera non facile, d'accostare preparati, ma, ancora una volta, un film necessario, che aiuta, che scava, che pone domande. Soprattutto agli uomini di fede, o di chi s'arroga tale.
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