Regia di Cristian Mungiu vedi scheda film
Non è necessariamente una variante di "Magdalene" di Peter Mullan, visto l'argomento, ma una riflessione realistica sull'invasività della professione fideistica, e non tanto della fede in sé. E Mungiu va oltra la semplice rappresentazione di una tale ingiustizia sociale, ma analizza con consapevolezza il lento declinare verso la degenerazione violenta di un gruppo religioso, senza generalizzare, ma vedendo con preoccupazione l'ingenuità che può nascere dalla credenza religiosa. Al contempo vede di nuovo due grandi personaggi femminili come protagoniste, dopo "4 mesi, 3 settimane, 2 giorni": in quest'ultimo però erano chiari i ruoli. Una donna era quella combattiva, l'altra, in atto di abortire, era debole e insicura. Qui invece i ruoli si scambiano in continuazione: apparentemente la donna forte è Alina, ma è anche vittima del sentimento amoroso che prova per Voichita, debole nell'affermare la sua volontà ma forte nella sua fede. Così il film si apre a innumerevoli interpretazioni, che però vertono tutte verso la dimensione sociale. Forse in "4 mesi 3 settimane 2 giorni" c'era qualcos'altro in più, un'angoscia che sembrava inghiottire la protagonista in tenebre ben più profonde delle accuse sociali di quest'ultimo "Oltre le colline", comunque riuscitissimo, ma in ogni caso sono entrambi grandi film da vedere.
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