Regia di Aleksej German vedi scheda film
Un film che ha un effetto straniante e di controversa bellezza, come un quadro di Bosch o una sinfonia di Mahler, privo di punti di riferimento, di una trama lineare, di una pur primitiva logica. Un Dio in fattezze umane, in un medioevo prossimo venturo di un altro pianeta, che si fa legge e giustizia nel più primitivo ed arcaico dei modi, inserendosi in una presunta lotta tra neri e grigi di una società arcaica ed animalesca. Indubbiamente non un film facile, non adatto ai deboli di stomaco nè agli esteti della bellezza, ma che restituisce nelle sue tre ore una visione-altra del cinema, un'alchimia di orrore e perversione ma al tempo stesso di fortissima carica emotiva, un affresco di disturbante fascino accentuato da una visione mobile, mai ferma, da un bianco e nero livido, da una cupezza che comunque ha un fascino ed una valenza unici. Il film testamento di German che in Italia non ha mai visto una distribuzione (e non si può considerarla un'anomalia, dopo averlo visto..), a mio parere non un capolavoro ma neanche un'opera fallita, certo comunque non un film che lascia indifferenti.
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