Regia di Aleksej German vedi scheda film
Hard to Be a God - ?????? ???? ????? – La Recessione.
Non sentivo parlare di fantascienza russa dai tempi del film Solaris, considerato il "2001 Odissea Nello Spazio" dell'oltre cortina di ferro; nel 2013, grazie al regista Aleksei Yuryevich German, si torna alla science-fiction made in Putinstan. La pellicola si apre mostrandoci un mondo che uno spettatore inesperto, per i primi minuti, potrebbe confondere con un post-apocalittico ma, fotogramma dopo fotogramma e soprattutto grazie all'ausilio di uno spiegone, scopriamo essere un altro pianeta fermo al Medioevo. Ma non parlavamo di fantascienza? Cosa c'entra il Medioevo? Da buoni nerd di mente aperta ci ricordiamo che "fantascienza" non per forza è sinonimo di astronavi laser e guerre stellari e così seguiamo le vicende di Don Rumata, che pare essere un signore del luogo, forse un feudatario, comunque parrebbe una persona importante che vive in uno squallido mondo di pazzi. Seguiamo il protagonista spostarsi di qua e di là, faticando a dare un senso alle sue azioni perché il mondo che lo circonda è una fedele riproduzione del periodo più basso del medioevo, con una popolazione che ha uno sviscerato amore verso le feci. Le feci? Sì sì, le feci, o, per chi segue la Recessione, lammerda, la protagonista indicussa di questa pellicola. Vediamo uomini sporchi e brutti (presi probabilmente nel cast perché portatori sani di orripilezza immane, talmente brutti che fanno sembrare Brunetta un modello di Abercrombie) indicarla, toccarla, annusarla, spargersela in faccia con gusto e passione. Minuto dopo minuto vediamo questo Medioevo così realmente sporco, lontano anni luce dalle riproduzioni patinate riprodotte di solito in TV, e scopriamo che in questo maledetto posto l'intelligenza è bandita, cioè chiunque sia un erudito è ricercato e punito, forse una metafora della società moderna dove le persone intelligenti vengono considerate merda (mentre in questo pianeta nella merda ci finiscono, se gli va bene). Tutto queste informazioni però non ci vengono facilmente fornite con la visione della pellicola e non si riescono a dedurre molto facilmente, ma dopo un susseguirsi di scene dove la telecamera sembra parte integrante delle stesse, seguita con lo sguardo dalle comparse che più volte guardano in camera e mostrano oggetti, fanno boccaccie, interagiscono gioiosamente con l'immancabile merda. Nel tentativo di dare un senso a quello che stiamo vedendo, da buoni spettatori ignoranti corriamo ai ripari e ricerchiamo su internet uno straccio di trama che ci possa illuminare su quello che stiamo visionando e ci aiuti a raccimolare le informazioni sopra citate. Seguiamo Don Rumata incontrare altri eruditi braccati dai deficientissimi uomini in nero; vediamo lui stesso finire nelle mani dei cattivi, raggirati come un branco di coglioni. Inaspettatmente però, sarà il coprofago latente dentro di me, non riesco a staccare gli occhi da questo lento balletto dal profumo di feci. Un film decisamente fuori dal comune che sotto un denso strato di feci acquosi potrebbe contenere sofisticate allegorie che non arrivano agli occhi dello spettatore comune; la durata di tre ore lo rendono difficilmente rivedibile e nell'insieme poco comprensibile.
per insulti anche non costruttivi.
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