Trama
Charles Swan III ha tutto ciò che un uomo può desiderare. Graphic designer di successo e con una forte attrattiva sulle donne, a 45 anni suonati pensa di aver trovato la sua metà della mela in Ivana. Così, quando improvvisamente lei tronca la loro relazione, la vita di Charlie cade a pezzi e lui si ritrova avvolto da una spirale di dubbi e confusione. Attraverso deliranti fantasie che coinvolgono le sue relazioni fallite, Charlie inizia un arduo cammino di autorivalutazione per venire a patti con una vita senza Ivana.
Approfondimento
A GLIMPSE INSIDE OF THE MIND OF CHARLES SWAN III: IL FOLLE MONDO DI ROMAN COPPOLA
A Glimpse Inside the Mind of Charles Swan III è l'opera seconda di Roman Coppola. Pur con alle spalle diverse esperienze dietro la macchina da presa in progetti collettivi e come aiuto regista, il figlio di Francis Ford Coppola (nonché fratello di Sofia Coppola) è più noto per il suo lavoro di sceneggiatore (Moonrise Kingdom - Una fuga d'amore, Il treno per il Darjeeling) e di produttore (Somewhere, The Bling Ring). Presentato in concorso al Festival internazionale del film di Roma, così A Glimpse Inside the Mind of Charles Swan III viene raccontato da Coppola stesso:
«I film sono come dei viaggi che ti permettono di entrare nei mondi reali o immaginari che si desidera esplorare. Girando un film, espando i miei interessi e imparo qualcosa. E, naturalmente, in questo lungo viaggio porto con me anche gli spettatori, cercando di non spiegare troppo perché ho grande rispetto della loro intelligenza.
CQ, il mio primo film, aveva un personaggio centrale che era piuttosto riservato, un osservatore quasi silenzioso. Per A Glimpse Inside the Mind of Charles Swan III, volevo invece un protagonista più espansivo ed estroverso: sin da subito il nucleo della storia ha cominciato a fiorire intorno a uno stravagante narcisista, amante delle donne e con un pizzico di comportamenti da cattivo ragazzo. Sapevo anche che volevo fare un'opera che ritraesse il singolare mondo del graphic design e, in particolar modo, dei designer di copertine di album. Durante gli anni Settanta, c'è stato un periodo d'oro in cui un gruppo di audaci e dinamici artisti hanno creato un incredibile corpus di copertine d'album: Charles White III, Dave Willardson e Peter Palombi sono stati i più grandi di questo movimento. E Charles White III ha ispirato il nome del mio protagonista. C'era anche un altro artista a cui questi ragazzi facevano riferimento: Robert Miles Runyon, noto per avere una Ferrari e un strambo ufficio dentro cui c'era delle vecchie pompe di benzina. Questo gruppo di artisti ha riscoperto le vecchie immagini della Coca-Cola, della Petroliana e della Disney degli anni Trenta e Quaranta, immagini con un'estetica meravigliosamente ricca e piena di bolle colorate a cui ho attinto per l'aspetto visivo del mio film. Ho subito capito che l'allegro, audace e sexy contesto in cui si muovevano, unito ai cliché di una soleggiata Los Angeles, avrebbe funzionato bene in contrasto con un personaggio che attraversa una cupa depressione e un trauma post-rottura. Mi ha ricordato un po' la Grande Depressione del 1930 e come le immagini pop, la musica e i film avevano toni ottimisti e vibranti per scacciare i problemi. Penso ai film con Fred Astaire e Ginger Rogers o a canzoni come Pennies from Heaven: tutto all'insegna dell'allegria per allontanare la depressione dal pubblico. La stessa giustapposizione di opposti è diventata man mano un elemento chiave della mia storia.
Sapevo anche che volevo fare un film sui rapporti uomo/donna usando però la prospettiva maschile sull'amore perduto. Nella mia vita, ho sperimentato la rottura e ho analizzato ogni cosa per arrivare a capire cosa era andato storta e cosa invece era perfetto. E così nella mia mente si sono uniti tutti gli elementi per un'opera frizzante, giocosa, eccentrica e divertente: in poche parole, come un film per bambini con un soggetto per adulti.
Ho impiegato diversi anni per scriverne la sceneggiatura. Non volevo seguire nessuna regola ed è stato difficile trovare il giusto taglio da dare alla storia. Charlie Sheen, mio vecchio amico, una volta mi ha detto: "Dobbiamo fare un film insieme. I nostri padri hanno lavorato insieme, noi perché no?". E il ruolo dell'uomo carismatico che usa il suo fascino per affrontare problemi che non si risolvono era perfetto per lui.
A realizzare A Glimpse Inside the Mind of Charles Swan III mi ha aiutato un gran numero di persone, compresi amici, parenti e colleghi di lavoro. Ho usato un sacco di cose che appartengono alla mia vita personale: la casa di Charlie è la mia vera casa, così come molti dei suoi vestiti sono i miei vestiti. Molti dgeli attori che compaiono nel film sono parenti (come Jason Schwartzman) o amici (come Dermot Mulroney o Stephen Dorff) arrivati sul set per dare una mano.»
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