Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film
In una estate di fine Anni Trenta, un Roberto Rossellini “non ancora famoso” gira, nella sua casa di Ladispoli, questo cortometraggio, il più antico tra quelli che ci sono pervenuti. Un filmato in bianco e nero della durata di appena dieci minuti, curioso nel soggetto, che lo colloca in una fascia – tuttora artisticamente inesplorata - intermedia tra il documentario a sfondo zoologico ed il fantasy romanzesco. In questo video, realizzato con mezzi artigianali dentro un improvvisato acquario domestico, pesci e molluschi sono veri, e ritratti in quello che sembra il loro habitat naturale; però la storia che interpretano è inventata, e viene raccontata da una voce fuori campo, che dà alle loro imprese un significato interamente umano. Il primo a venire audacemente personificato è il protagonista dell’avventura, quel saraghetto giovane e vivace, un po’ sdentato, ma molto furbo, che esce per una passeggiata pomeridiana al termine della quale spera di incontrare la pesciolina del suo cuore. Durante il percorso dovrà fronteggiare varie insidie mortali, e si troverà coinvolto in feroci lotte corpo a corpo. Il testo, letto dal celebre commentatore radiofonico Guido Notari, ricama immaginarie emozioni intorno a normali eventi del mondo sottomarino, dalla lotta tra un polpo e una murena, all’agguato teso da uno scorfano mimetizzato su uno scoglio. Una fiaba dal tono graziosamente infantile, eppure crudamente realistica, che riserva non pochi brividi, con quelle scene di violenza che sono certamente costate qualche vittima tra gli “attori”. In quest’opera, che precede di poco il primo impegno cinematografico di Rossellini come sceneggiatore di un lungometraggio - Luciano Serra pilota (1938), per la regia di Goffredo Alessandrini – si intravede già un gusto spiccato per la testimonianza diretta, pur se letterariamente trasfigurata, della vita autentica: una vita che sotto l’obiettivo si gonfia di una drammatica poesia universale, però conserva intatta la sua semplicità, e, come quasi sempre accade, la sua durezza senza rimedio. I protagonisti del cinema di Rossellini sono individui che amano, combattono e soffrono, il più delle volte senza speranza, però senza mai perdere la nobile intensità della passione. Anche il nostro saraghetto partecipa, a suo modo, a questo cosmico tumulto, fatto di palpiti e sangue. A causa degli incidenti che hanno turbato la sua traversata, è infatti costretto a cambiare strada, mancando all’appuntamento con la sua compagna. E il suo dolore è ancora più cocente alla vista di due seppie che amoreggiano, e che senza alcun riguardo si baciano a lungo, perdutamente. Il linguaggio rievoca quella raffinata ingenuità che si chiama favola romantica; e che, ad ogni età ed in ogni tempo, ci strappa una lacrima e un sorriso, compiendo il miracolo di farci sognare.
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