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Ernesto

Regia di Salvatore Samperi vedi scheda film

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La recensione su Ernesto

di mm40
4 stelle

Il talento di Samperi è fuori discussione, ma è anche certo che rimane da constatare con dispiacere come agli inizi promettenti (Grazie zia, Cuore di mamma) e quindi al trionfo strepitoso di Malizia, sia seguita per il regista e autore, per un lungo periodo, quasi solamente una serie di tentativi di bissare il successo di quella pellicola, orientandosi in maniera netta verso un cinema vagamente psicanalitico e sempre e comunque dotato di un sottofondo morboso, scandaloso, torbido. Nenè, Scandalo, Peccato veniale: e ora anche questo Ernesto, tratto da Umberto Saba e scritto da Amedeo Pagani e Barbara Alberti, storia di un'iniziazione omosessuale ambientata alla fine del diciannovesimo secolo; il problema è che neppure il pretesto letterario alla base del film sembra ispirare più di tanto la discreta confezione. Nel senso che, per quanto la fotografia di Camillo Bazzoni, le musiche di Carmelo Bernaola e le scene di Ezio Altieri possano fare di buono (oltre all'operato di Samperi e del cast artistico), Ernesto rimane sempre confinato in uno scenario fotoromanzesco nel quale sulla profondità dei personaggi prevale la resa estetica della messa in scena. Fortunatamente quel poco di pruriginoso che proviene dalle pagine di Saba è trattato con apprezzabile leggerezza (vedasi la prima scena di sodomia di Michele Placido su Martin Halm, realmente molto timida), cosa da non dare affatto per scontata considerando il cinema italiano del 1979, nel quale la commedia scollacciata e le scene osè erano ormai sdoganate senza mezzi termini. Appare insomma tutto un po' freddo e questo è il limite principale del complesso dell'operazione; il quasi esordiente Halm è senza infamia e senza lode, Placido non sembra totalmente a suo agio e in ruoli laterali troviamo altri tre nomi di assoluto rilievo come quelli di Virna Lisi, Turi Ferro e Renato Salvatori. 5,5/10.

Sulla trama

Il diciassettenne Ernesto, nel nord Italia della fine dell'Ottocento, trova impiego presso una ditta di facchinaggio. Le sue mansioni sarebbero di segreteria, ma presto fa amicizia con i facchini e con uno in particolare. L'amicizia sfocia in una relazione omosessuale da tenere assolutamente nascosta; Ernesto tenta così di fuggire dal suo amante.

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