Regia di Davide Ferrario vedi scheda film
La storia è la seguente: finito di girare insieme Tutti giù per terra, Davide Ferrario (regista) vorrebbe seguire la tournèe in estremo oriente dei Csi (fra i protagonisti del film); per varie ragioni la tournèe diventa un molto più modesto viaggio di piacere in Mongolia per il cantante e il chitarrista della band, ovvero Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni. Ma Ferrario è impegnato nella rifinitura della pellicola e così manda un operatore, Marco Preti, a seguire i due musicisti, rimanendo però in continua comunicazione con il trio; nel frattempo il regista si ritaglia tempi e luoghi, nella pianura padana dove vive e lavora, per girare materiale sorprendentemente affine a quello che sto accadendo dall'altra parte del mondo. Sullo stesso parallelo, il quarantacinquesimo: come uno spartiacque, una linea di demarcatura (è anche il parallelo che divide a metà l'emisfero settentrionale del pianeta) che congiunge non solo idealmente luoghi fra loro remoti e in apparenza molto dissimili. Ecco così che assistiamo alle imprese di lottatori mongoli e di culturisti italiani, conosciamo un contadino emiliano che, senza essere mai stato in Asia, parla quasi cento lingue di quei luoghi, vediamo lo scorrere della vita in Asia e in Italia "come corsi d'acqua che prendono linee impreviste e in fondo si mescolano sempre tutte", osserviamo insomma come la natura abbia in realtà reso vicini e in un certo senso fratelli anche gli esseri umani più distanti fra loro. Il tutto amabilmente condito da una colonna sonora eccezionale: le (al momento) nuovissime canzoni di Tabula Rasa Elettrificata, disco appena finito di registrare dai Csi, che peraltro contro ogni previsione andrà filato al primo posto in classifica. Un documentario essenzialmente 'povero', cioè privo di grandi scene a effetto, abbastanza corto (50 minuti) e realizzato con estrema naturalezza, per di più con una piccolissima troupe, ma nel quale ciò che conta sono le idee alla base: e quelle sono ricchissime. 6,5/10.
Ferrario nella pianura padana, Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni (Csi) nella steppa mongola: due documentari, due umanità a confronto, molto più simili di quanto si potrebbe credere.
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