Regia di Guillaume Nicloux vedi scheda film
Seconda metà del '700, Francia, Suzanne di soli 16 anni è l'ultima di tre figlie di una ricca famiglia borghese.
Suzanne (Puline Etienne) è convinta di avere la vocazione religiosa, tale da poter entrare in convento.
Presto si renderà conto che la sua devozione a Dio non è sufficiente da poter sacrificare tutta la sua vita all'interno di un monastero, e perciò chiede di poter rientrare in famiglia rinunciando ai voti.
La famiglia però ha già maritato le sue sorelle, e non ha più i mezzi economici per poter affrontare un terzo matrimonio combinato, la soluzione monacale è la più conveniente, e Suzanne è pressata da famiglia e conoscenti per i voti definitivi.
Da questo punto il film segue passo passo la crisi personale di Suzanne, la sua lealtà verso Dio non le permette di vivere nella menzogna di una falsa vocazione. Bellissima la scena in cui si appresta a prendere i voti e durante la cerimonia non riesce a giurare fedeltà e rinuncia per amore di Dio.
Suzanne non ammette compromessi per la propria vita, non con Dio almeno, e chiede alla madre e al padre di farle sposare anche un vecchio scapolo piuttosto che rientrare in monastero. Purtroppo la verità è dettata dal puro interesse famigliare, Suzanne non è la figlia legittima, ma frutto di un amore clandestino e tollerato dal marito della madre. Suzanne non può accedere alle fortune ormai scarse di famiglia, e la madre non può fare altro che metterla in convento.
Sarà per amore della madre e non per amore di Dio che Suzanne entra in convento.
La vita della monaca Suzanne sarà molto dura dopo la morte dell'anziana madre superiora, che era l'unica che riusciva ad alleviarle l'angoscia di una scelta subita, l'unica che la comprendeva proprio perché la sua di scelta era stata di pura vocazione religiosa.
Suzanne si trova sola, cerca di combattere le regole rigide della nuova superiora che la isola, proibendole cibo, pulizia personale, e preghiera, una sorta di mobbing religioso, che rende Suzanne quasi folle ma non la piega a compromessi.
Suzanne riesce a portare all'esterno un memoriale, in cui chiede lo scioglimento dei voti, riesce a denunciare la madre superiora e a trovare un po' di sollievo in un altro convento.
Qui le attenzioni della nuova Madre superiora (una grande Isabelle Huppert), sono all'inizio protettive e affettuose, ma presto diventano morbose e invadenti. Suzanne diventa oggetto di desiderio sessuale per la Madre Superiora, che ha per lei una evidente preferenza, mettendola a disagio con le altre sorelle, e provocando invidia nelle precedenti monache preferite.
Suzanne che ha ormai quasi 18 anni, non ha mai conosciuto l'amore carnale, né provato desiderio sia per uomini e tanto meno per donne, rimane così sconvolta da un genere di amore che provoca nella Madre superiora un crollo di nervi, un vero e proprio collasso per non essere stata corrisposta.
Finalmente Suzanne scappa, la chiave per fuggire le verrà consegnata dal prete che tante volte l'aveva confessata e che a sua volta le confessa che anche lui è stato costretto ai suoi tempi a prendere i voti in modo forzato e poco convinto.
La giovane donna troverà rifugio dal ricco padre mai conosciuto.
Un bel film, con un'ottima attenzione per i costumi e i dialoghi, purtroppo ultimamente ho visto molti film in costume essere più simili a mediocri fiction televisive, mentre in questo film la cura per le luci, per i vestiti, per i modi è davvero buona.
Non è solo un film che racconta le crudeltà psicologiche (e non) che si possono vivere all'interno di un convento, ma è soprattutto una storia che mette in primo piano il valore di una scelta. Anche se Suzanne è molto giovane, anche se è pressata da tutte le persone a lei care per intraprendere la vita monacale, lei proprio per amore a quel Dio a cui non vuole dedicare tutta la vita, sceglie la coerenza e il rispetto per la sua vita.
Suzanne non sa cosa vuole fare da grande, non sa cosa sia la passione e l'amore, non conosce la vita, ma non ne ha paura e la vuole affrontare, dandosi come regola di essere sincera con sé stessa e con Dio.
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