Trama
Francia, 1760. Nata da una famiglia borghese, Suzanne (Pauline Etienne) sogna di poter continuare ad assecondare il suo talento naturale per la musica e di integrarsi nel contesto sociale ma i genitori troncano ogni sua aspirazione portandola in convento per divenire suora. Insofferente alle regole della clausura, Suzanne scopre di essere il frutto illegittimo di una relazione extraconiugale della madre e cerca in tutti i modi di sciogliere i voti ma, quando l'amorevole madre superiora muore, si ritrova a subire angherie e umiliazioni da parte della sua sostituta, suor Christine (Louise Bourgoin). Su richiesta, Susanne ottiene il trasferimento e approda nel convento di Saint Eutrope, dove la madre superiora (Isabelle Huppert) sviluppa per lei un'attenzione quasi morbosa e imbarazzante.
Approfondimento
LA RELIGIOSA: UN NUOVO ADATTAMENTO DEL ROMANZO DI DIDEROT
La religiosa è l'adattamento dell'omonimo romanzo di Denis Diderot, edito in Italia con i titoli di La religiosa e La monaca e già portato sullo schermo da Jacques Rivette nel 1968 in Suzanne Simonin, la religiosa. La scelta di una nuova trasposizione cinematografica si deve in primo luogo alla volontà del regista Guillaume Nicloux di offrire un nuovo punto di vista su uno dei romanzi che più ha segnato la sua adolescenza. Religioso e convinto dell'idea di entrare in seminario fino all'età di 13 anni, Nicloux ha vissuto poi un'adolescenza punk e anarchica quando la lettura di La religiosa lo ha spinto a porsi mille domande sulla religione stessa e sul libero arbitrio di coloro che "scelgono" i voti come percorso di vita. L'idea del film era già nella sua mente da tempo quando nel 2009 Nicloux trova la sua chiave di lettura per raccontare come la protagonista Suzanne sia spinta ad entrare in convento contro la sua volontà e a quali conseguenze va incontro. Staccandosi dalla dimensione anticlericale del testo di Diderot, Nicloux ha messo a fuoco l'essenza del romanzo, trasformandolo in un'ode alla libertà e al pensiero indipendente. La sua Suzanne, infatti, non negherà mai la fede o l'amore per Dio ma combatterà per affermare la sua volontà di vivere come lei vorrebbe e non come gli altri cercano di imporle. Rimarcando le difficoltà della protagonista nell'affermare le proprie scelte, Nicloux fa così di La religiosa un'opera che, nonostante sia ambientata nell'Ottocento, risulta attuale e richiama alla mente la condizione di molte donne costrette ancora a subire le imposizioni morali - e spesso anche fisiche - delle autorità di sesso maschile.
DIFFERENZE CON IL ROMANZO
Nell'adattare il romanzo di Diderot, il regista Guillaume Nicloux non ha scelto solo di mettere da parte l'impegno dello scrittore contro la Chiesa ma ha anche optato per un finale diverso. Considerando che Diderot ha lasciato la sua opera incompiuta e Suzane Simonin come una ragazza rassegnata al proprio destino, Nicloux opta per una fine diversa, così come aveva già fatto Rivette. Mentre in Suzanne Simonin, la religiosa Rivette fa suicidare la protagonista, Nicloux ha scelto di farla resistere a quanto subisce, di farle superare le difficoltà e di farla liberare dalla tutela della madre, in nome di un possibile futuro migliore. Tra le altre modifiche apportate da Nicloux e dal cosceneggiatore Jerome Beaujour, in La religiosa si segnalano anche la comparsa del vero padre di Suzanne, un uomo libertino la cui figura serve ad amplificare i problemi di identità della ragazza, e di una dimensione romantica che fa da proiezione immaginaria e fuga mentale.
RIPRESE IN DUE VERI CONVENTI
Protagonista di La religiosa nei panni di Suzanne è Pauline Étienne, chiamata a restituire la grazia di una personaggio che deve imporre la sua forza superiore con disarmante calma. Mentre il personaggio di Madame de Moni, la madre superiora del convento di Saint Marie, è interpretato da Françoise Lebrun, Louise Bourgoin riveste i panni di Suor Christine e Isabelle Huppert è invece la terribile madre superiora del convento di Saint Eutrope, che per Suzanne prova un'attrazione quasi mistica e lontana dal semplice desiderio sessuale. Preferendo girare in luoghi reali e non in teatri di posa, Nicolaux con l'aiuto dello scenografo Olivier Radot e della costumista Anais Romand ha cercato veri conventi in cui effettuare le riprese, trovandone due in Germania che non hanno subito ristrutturazioni dal Settecento.
Note
Tratto da un classico illuminista di Diderot, il film di Nicloux è oggetto sghembo, straniante, caratteristica ricorrente nel cinema di un regista inquieto, che pare accompagnare le sue opere verso i paradossi dell’immaginario contemporaneo, anche quelli più deteriori, s’affida in primis alla grazia luministica di Yves Cape, disegna quadri d’amore naturalistico per gli interni e i riti del convento, guarda al rigore della parabola giansenista di Rivette, ma poi lascia che la sobrietà del film si inclini verso il cinema di genere e degeneri nella farsa. Ed è proprio questa rappresentazione degradante dell’istituzione religiosa, che da conforme si fa incubo e poi satira allucinata, il vero movente del film, questa la sua beffarda attualità.
Trailer
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Commenti (1) vedi tutti
Rifacendosi a La religieuse di Diderot (1760) ma modificandone il finale, meno avventuroso e rocambolesco e, forse, aperto al lieto fine, il regista Guillaume Nicloux ce ne offre la seconda versione cinematografica, dopo quella sessantottina di Jacques Rivette.
leggi la recensione completa di laulilla