Regia di Kim Ki-duk vedi scheda film
Ovvero il film "rinascimentale" per Kim Ki-Duk,dopo quattro anni di buio umano e letargico(non solo cinematografico) il regista coreano rientra in scena sbancando con il Leone d'oro a Venezia.PIETA è ancora una volta un manifesto apocalittico di una societa' alienata e dissociata moralmente,vittima di un sistema capitalistico che asciuga ogni barlume di umanita'.La storia è ambientata nei bassifondi di Seoul,in uno di quei quartieri che hanno dato i natali allo stesso regista.Kang Do è una sorta di esattore per conto di usurai che usa metodi crudeli a chi osa non restituire i prestiti.Un uomo buio dall'esistenza solitaria,emblema di un animo sociopatico che "casualmente" incontra una donna di mezza eta' che sostiene di essere la madre.Il giovane dapprima ostenta disprezzo e diffidenza nei confronti della donna per poi lasciarsi coinvolgere emotivamente,abbandonando la ferocia che lo contraddistingue.Kang-Do conosce cosi' un amore mai parte di se stesso grazie a questa donna che lo accudisce "recuperando" un "tempo perduto".Ma tutto è parvenza di un piano amaro e feroce,una facciata sconvolgente di un dolore lacerante che si abbatte su Kang-Do facendolo scivolare nell'abisso.Questa è la storia di PIETA,straordinario affresco di dolore,un qualcosa di gia' conosciuto nel cinema di KI-DUK, ma che penetra all'interno di noi come una lancia appuntita.Il regista pone al centro di tutto la pericolosita' del denaro all'interno della societa',un demone che si prende gioco delle vite altrui,trasportandole nell'inferno.Il regista mescola alla grande tensioni di tipo sessuale e sentimenti cristiani estesi nel rapporto tra Kang-Do e la "madre",il giovane è la punta di un iceberg del sistema capitalista.Un mondo d'incomunicabilita' palpabile nella solitudine e nelle poverta' dei sobborghi di Seoul.L'ottima fotografia ci spiega egregiamente l'aura dolorosa di un opera controversa,ma limpida nella regia e in un didascalismo pregno di estetismo.Un film dal magnetismo sofferto ma necessario per capirne i significati profondi che trasmette.Un opera che io ho avuto la fortuna di visionare in lingua originale,potente nella forza interpretativa dei personaggi,sopratutto "la madre", un attrice meritevole(secondo me) della COPPA VOLPI.Comunque sia un Leone d'oro meritato ampiamente aldila' delle solite critiche nazional-bacchettone prive di fondamenti.PIETA' è un film dal respiro universale che scandaglia in modo "fisico" il significato dei sentimenti cristiani e umani.Una catarsi ricca di bagliori dolorosi che precipita nell'abisso, regalandoci un quadro dal realismo estremo ma necessario a chi insegue ricchezze facili o inutili poteri basati sull'arrecare male agli altri o come dice il regista:"Torturare noi stessi e il prossimo".......
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