Regia di Kim Ki-duk vedi scheda film
Ci sono registi - Kim Ki Duk è tra questi - per i quali la minima parola di disapprovazione suona come un vilipendio alla religione del cinema d'essai. Ma Pietà è un film bruttissimo, fallimentare, riuscito male da tutti i punti di vista: del racconto, a dir poco ellittico; della recitazione, di livello amatoriale; della fotografia, a dir tanto di impronta televisiva; del tema, che proprio non si capisce dove voglia andare a parare. La storia è quella di un ragazzotto (Jeong-jin Lee) che - senza andare troppo per il sottile - riscuote debiti per conto di un malavitoso. Improvvisamente, nella sua vita compare una donna (Min-soo Jo) che sostiene di essere sua madre e che gli rivela di averlo abbandonato alla nascita. Superata la diffidenza iniziale, tra i due si stabilisce un sentimento forte, che passa sopra i segreti di lei e le malefatte di lui, con un finale criptico.
La poesia dell'autore di Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera o di Ferro 3 è perduta. Qui rimane solo il compiacimento allegorico e voyeuristico di una violenza portata all'eccesso, coniugata con una pruderie che sfocia nell'involontario grottesco prima ancora che nell'incesto.
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