Kang-do lavora per uno spietato strozzino. Il suo compito è quello di recuperare le somme dovute dai pagatori insolventi e per farlo ricorre a metodi più che violenti, dimostrando di non provare pietà per alcuno. Cresciuto senza famiglia e abituato alla solitudine, un giorno riceve la visita di una misteriosa donna di mezza età che gli rivela di essere sua madre. Nonostante non ricordi niente di lei, Kang-do con il passare dei giorni comincia a manifestare delle prime forme di affetto nei suoi confronti fino a quando non scopre il terribile e triste segreto che lei si porta appresso.
Note
In un girone dell’inferno contemporaneo dove i grattacieli schiacciano le piccole case, le piccole imprese, i piccoli empori e gli umili della Terra, i due personaggi di Kim Ki-duk sono fantasmi il cui spirito è volato via dai corpi, cadaveri che camminano nel degrado morale e materiale di una società che non ospita più i suoi cittadini, anzi: li espelle. La cinepresa del grande autore asiatico non dà respiro, incalza, insegue, inciampa nelle gambe del sadico criminale e della determinata madre addolorata, si volta, si arrampica sulle loro tragedie come, d’altronde, tutti i personaggi del suo ferito, sanguinante, abbacinante percorso per suoni e immagini.
Se si supera l'inizio il film diventa abbastanza guardabile... crudo come la vita... impietoasa con gli ultimi e presto anche con i non super ricchi. 7
Il film richiede distacco attento e, soprattutto di fronte alla sadica crudeltà del racconto dalla prima all’ultima scena, di tener presenti le parole dell'autore, Kim Ki Duc: "Il mio cinema è un dialogo fatto d'immagini, come per la pittura".
Questo permette di apprezzare davvero questo bel film, Leone d'oro a Venezia nel 2012.
Kim Ki Duk ci sprofonda negli abissi dell'animo umano, scegliendo di veicolare una vicenda spietata disumanità attraverso uno stile rigorosissimo ed essenziale, che risulta efficacissimo nel trasmettere orrore e disperazione con una semplicità disarmante.
Uno dei film più belli che abbia mai visto. Mi ha fatto soffrire come pochi. Peccato che il blu ray è attualmente fuori catalogo ma ho scoperto che è pubblicato in italia dal mio distributore preferito ovvero Koch Media. Ritornando al film, chi dice che fa schifo ed è lento non capisce un cazzo. Punto. Questo è uno di quei film che non si toccano!!
Un’altra parabola esemplare che medita sul drammatico destino a cui sono condannati i protagonisti della storia in un mondo che sembra definito e circoscritto dalla reciprocità del dolore e dominato dalla violenza e dal denaro. Il film nel suo implacabile incedere è spesso persino disturbante, ma è in questo essere estremo che risiede il suo valore
Ma che pena.Assolutamente inguardabile.Per me se questi sono i popoli che stanno per prendere il potere, perlomeno economico, sul pianeta, sinceramente sono molto spaventato.Dire che sono pazzi e' fare loro un complimento.
Dopo "Gebo et l'ombre" di De Oliveira, un altro film di quest'anno sul denaro come fonte primaria del male. Da confrontare entrambi con l'ultimo capolavoro di Bresson, "L'argent".
"Che cos'è il denaro?", chiede Kang-do alla madre appena ritrovata. E dalle labbra di lei Kim Ki-duk ci offre la sua risposta: "Amore, onore, rabbia, violenza, odio, gelosia, vendetta, morte", un percorso a tappe che Pietà traccia inesorabile e senza possibilità di redenzione alcuna. La Pietà del Michelangelo, richiamata agli occhi di tutti, ricorda il sentimento compassionevole che prova… leggi tutto
Cineasta rigoroso ed elegante, Kim Ki-Duk, con 'Pietà', suo film n. 18, ha vinto il Leone d'oro alla Mostra del Cinema del 2012: l'avevo scoperto ai tempi di 'L'isola' ed ero riuscito a recuperare quasi tutta la sua filmografia antecedente, che colpiva per la violenza estrema ed il sadismo delle situazioni e dei personaggi, ma specialmente per il rigore della messa in scena, in cui nulla… leggi tutto
«Ora non sei più solo.» La frase con cui si conclude l'ultimo film di Kim Ki-duk è un pugno al cuore. Un sublime finale, dove avviene il sacrificio massimo dei personaggi, in un'atmosfera dai connotati fortemente dostoevkijani. Eppure, per chi scrive, non basta l'eccelso finale - dove Kim (ri)trova il proprio dolente, doloroso tocco - a riabilitare la sterilità dell'intera pellicola. … leggi tutto
Ci sono registi - Kim Ki Duk è tra questi - per i quali la minima parola di disapprovazione suona come un vilipendio alla religione del cinema d'essai. Ma Pietà è un film bruttissimo, fallimentare, riuscito male da tutti i punti di vista: del racconto, a dir poco ellittico; della recitazione, di livello amatoriale; della fotografia, a dir tanto di impronta televisiva; del…
Si parla spesso di film morbosi. Sono opere divisive e controverse, che si amano o si detestano, disturbanti e con un magnetismo irresistibile. Passioni violente, pensieri pericolosi, attrazioni fatali, ossessioni…
Nei sobborghi di Seul la manodopera operaia si indebita con interessi del mille per mille. Se non paghi viene mutilato sul tuo stesso strumento di lavoro, presse dalla funzione ghigliottinesca. La prima scena è un ragazzo che si impicca con un sistema di catene intrecciate. La morte a lavoro, la morte come unico orizzonte per sfuggire ad uno spietato esattore. Kan-do porta i debitori allo…
Ricordo, con questa recensione, il celebre e controverso regista, morto oggi di Covid, lasciando sgomenti molti di noi che ne rammentano altre indimenticabili pellicole: Primavera, estate, autunno, inverno e… ancora primavera, La samaritana, Ferro 3, L’isola...
Per analizzare questo suo lavoro, Leone d’oro a Venezia nel 2012, può…
Il grande e controverso regista coreano è morto oggi alla non proprio tenera ma di certo neppure vegliarda età di 59 anni per complicanze da Covid-19.
Personalmente, tra i suoi film che ho visto…
Nella prima sequenza un ragazzo si masturba. Nella seconda lo stesso ragazzo fa sesso con la sua compagna, quasi violentandola. Nella terza un cattivo viene a tagliargli le dita per riscuotere un'assicurazione. A questo punto, dopo neanche cinque minuti, mi fermo disgustato. Lo sconsiglio vivamente. Solo il titolo mi sembra molto azzeccato, perchè il film fa davvero pietà.
Pietà è un film sud-coreano del 2012, scritto, diretto e prodotto da Kim Ki Duk.
L'autore coreano si è aggiudicato il Leone d'oro alla 69° Mostra Cinematografica di Venezia.
Sinossi: Kang-do è un trentenne sbandato che lavora per un usuraio. Il suo compito è riscuotere del denaro prestato a persone disgraziate, abbandonati dallo…
Gang-do è una sorta di sicario raccoglitore di crediti di agghiacciante spietatezza al servizio di uno strozzino. Il suo singolare metodo di riscossione consiste nel mutilare con i loro stessi strumenti di lavoro i debitori insolventi, artigiani di un piccolo squallido quartiere di Cheonggyecheon , in modo da incassare il risarcimento versato dall’assicurazione.
Nemmeno un…
Quando si parla di cinema dal punto di vista commerciale, noto che qui in Italia si tende sempre a fare discorsi del tipo: "Com'è andata quest'anno la competizione fra i film USA ed i film italiani? Hanno…
Richard Francis Burton (non l’attore), chi era costui ? Nato in Inghilterra nel 1821 e morto a Trieste nel 1890 fu un esploratore, geografo, traduttore, scrittore, soldato, orientalista, cartografo, etnologo,…
Del Regista SudCoreano Kim Ki-Duk ho visto sinora abbastanza Suoi Films (ne ho contati ben 8 ...) dei quali ho potuto apprezzare meglio probabilmente quelli con piu' facilita' di visione e cioe' a mio parere "Guardia Costiera" e "L'Arco" mentre il resto oscilla sul versante mediocre-pessimo come infatti giudico questo "Pieta' " indefinibile e pesante come pochi di questo Direttore di Pellicole…
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Commenti (11) vedi tutti
Se si supera l'inizio il film diventa abbastanza guardabile... crudo come la vita... impietoasa con gli ultimi e presto anche con i non super ricchi. 7
commento di BradyIl film richiede distacco attento e, soprattutto di fronte alla sadica crudeltà del racconto dalla prima all’ultima scena, di tener presenti le parole dell'autore, Kim Ki Duc: "Il mio cinema è un dialogo fatto d'immagini, come per la pittura". Questo permette di apprezzare davvero questo bel film, Leone d'oro a Venezia nel 2012.
leggi la recensione completa di laulillaKim Ki Duk ci sprofonda negli abissi dell'animo umano, scegliendo di veicolare una vicenda spietata disumanità attraverso uno stile rigorosissimo ed essenziale, che risulta efficacissimo nel trasmettere orrore e disperazione con una semplicità disarmante.
leggi la recensione completa di port crosEnnesima prova del grande regista...da non perdere.
leggi la recensione completa di ezioOttimo thriller grazie al suo racconto coinvolgente e al bravissimo regista. Prima mezz'ora horror poi diventa un bel film da non perdere. voto 8
commento di nicelady55Uno dei film più belli che abbia mai visto. Mi ha fatto soffrire come pochi. Peccato che il blu ray è attualmente fuori catalogo ma ho scoperto che è pubblicato in italia dal mio distributore preferito ovvero Koch Media. Ritornando al film, chi dice che fa schifo ed è lento non capisce un cazzo. Punto. Questo è uno di quei film che non si toccano!!
commento di LucaJazz94Pellicola lenta e poco convincente !
leggi la recensione completa di chribio1Un’altra parabola esemplare che medita sul drammatico destino a cui sono condannati i protagonisti della storia in un mondo che sembra definito e circoscritto dalla reciprocità del dolore e dominato dalla violenza e dal denaro. Il film nel suo implacabile incedere è spesso persino disturbante, ma è in questo essere estremo che risiede il suo valore
leggi la recensione completa di (spopola) 1726792Ma che pena.Assolutamente inguardabile.Per me se questi sono i popoli che stanno per prendere il potere, perlomeno economico, sul pianeta, sinceramente sono molto spaventato.Dire che sono pazzi e' fare loro un complimento.
commento di angelopanzacchiCapolavoro…sono rimasto a bocca aperta tutto il tempo. Bellissimo e doloroso
commento di vixDopo "Gebo et l'ombre" di De Oliveira, un altro film di quest'anno sul denaro come fonte primaria del male. Da confrontare entrambi con l'ultimo capolavoro di Bresson, "L'argent".
commento di Tommy Spasmo