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Zero Dark Thirty

Regia di Kathryn Bigelow vedi scheda film

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La recensione su Zero Dark Thirty

di gherrit
3 stelle

eccellente trovata la tortura se a praticarla sono gli americani, che -in quanto tali, non rispondono alle leggi dei comuni mortali. Questo è il messaggio che questa arrogante Bigelow propina con una prolissa serie di tediose estenuanti sequenze mediate da una protagonista dalla faccia di una perenne mestruata.

Ho già scritto un commento breve, ma mi rendo conto che in questo caso sintetizzare è impossibile. Allora perdonate la seguente logorrea. Il film sarebbe una lunga cronaca della decennale caccia a Bin Laden, conclusa nella maniera più ignobile privando noi e i posteri della versione del super-ricercato, a suo tempo - non dimentichiamo - creatura proprio di quegli stessi USA che in seguito lo avrebbero messo a tacere. Sarebbe stato interessante capire perchè un personaggio capace di gettare nel panico il paese più supponente e arrogante del globo non avesse continuato a realizzare altri spettacolari attentati, anzichè accontentarsi della fama derivata dall'attribuzione di cotale impresa: ma qui rischiamo di andare fuori tema, per cui staremo al gioco e fingeremo di credere alla versione ufficiale. All'epoca dell'11 Settembre vedemmo lo spettacolo squallido di tutti i paesi - con relativi partiti politici - piangere la catastrofe delle torri gemelle, che con i suoi 2000 morti o giù di lì aveva colpito il paese autore di ben altre stragi; e non solo piangevano, ma avrebbero avallato i prossimi crimini di un'amministrazione la cui bassezza, ferocia e stupidità non ha uguali all'inizio del secondo millennio. Lasciando stare Hiroshima e Dresda, pochi anni prima nessuno aveva pianto per migliaia di bambini iracheni bruciati dai bombardamenti della prima cosiddetta guerra del golfo, nessuno aveva pianto per le decine di migliaia di poveri disgraziati iracheni bruciati vivi sulla strada del ritorno dal Kwait dopo la resa. Ma volete mettere centinaia di migliaia di morti di Assiro-Babilonesi, con i duemila cittadini americani d'America morti nel tempio degli affari e della potenza economica? Ben altri morti quelli americani, quindi via libera a tutte le turpitudini purchè siano vendicati. E qui nasce il film di questa testosteronica regista che ci propina con soddisfazione odiose scene di tortura ben giustificate secondo la sua ottica, con attori che ben si muovono e gesticolano da veri americani quali sono eccetto l'algida protagonista, dall'aria di una perenne mestruata probabilmente afflitta d ostinati disturbi dispeptici. Eppure, nonostante lo sforzato realismo, il film è statico e dispersivo, privo di drammaticità come gli inespressivi interpreti; lasciamo perdere poi la rappresentazione del "nemico", rappresentati come materializzazioni di video-game senz'anima evitando acuratamente di riflettere su quello che spinge un individuo a compiere atti odiosi senza riguardo per la propria pellaccia. Anche la fase finale, fra immagini stroboscopiche, urla e dominante giallognola ci è sembrata assai stucchevole, nonostante le lodi di tante altre recensioni. Unica cosa che colpisce: non viene mai mostrata la faccia di Osama, forse, chissà, un residuo di pudore e di coscienza degli autori.

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