Trama
Dal giorno dell'attacco alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001, Osama bin Laden e il suo gruppo di talebani diventano il nemico numero uno del governo degli Stati Uniti. Per dieci lunghissimi anni, contraddistinti da avvistamenti, depistaggi e panico per l'eventualità di altri attentati, Maya (Jessica Chastain) e i colleghi agenti speciali della Cia, con l'aiuto delle forze dei Navy Seals, hanno il compito di rintracciarlo e consegnarlo al Paese, vivo o morto e a rischio delle loro stesse vite.
Approfondimento
ZERO DARK THIRTY: 10 ANNI DI CACCIA A OSAMA BIN LADEN
La caccia a Osama bin Laden è stata argomento di preoccupazione per tutto il mondo e due differenti amministrazioni presidenziali americane. A mettere a segno quella che viene definita l' "operazione più complicata" della storia moderna è stato un piccolo team di agenti della CIA, il cui operato è rimasto avvolto nel mistero fino a quando il duo creativo composto dalla regista Kathryn Bigelow e dallo sceneggiatore Mark Boal (newyorkese e per vari anni corrispondente di guerra per alcuni magazine), premiati con l'Oscar per The Hurt Locker, ha cominciato a lavorare ad un film che ne raccontasse la decennale fatica. Avendo accesso a documenti riservati, la Bigelow e Boal hanno ricostruito le operazioni di ricerca e di cattura di bin Laden in maniera fedele, con l'obiettivo di portare lo spettatore all'interno dei centri del potere e in prima linea insieme agli agenti. Partendo dall'attacco alle Torri Gemelle del 11 settembre 2001 e dalle analisi dell'Intelligence che ritenevano impossibile la cattura, Zero Dark Thirty ripercorre dieci anni di storia americana - e mondiale - terminando con l'assalto in terra pakistana, ad Abbottabad, del maggio 2011, quando nel corso di una rischiosissima operazione segreta il piccolo nucleo di agenti - che non avevano mai smesso di credere nella riuscita della loro missione - sono entrati nel covo di bin Laden e lo hanno ucciso.
Nel mettere in scena i dieci anni di tentativi, di viaggi da una nazione all'altra e di agenti che hanno messo da parte la loro vita per dedicarsi alla loro "causa", la Bigelow e Boal hanno voluto creare in primo luogo un'opera cinematografica che racchiudesse al suo interno la stessa scansione e le stesse emozioni umane di un romanzo storico (per Boal di ispirazione è stato il New Journalism degli anni Sessanta, capace di coniugare le tecniche di scrittura letteraria con la descrizione di eventi reali), raccontando anche di espisodi e situazioni morali alquanto discutibili - come ad esempio il ricorso alla tortura" - nel nome della veridicità di quanto mostrato.
ZERO DARK THIRTY: UN MIX DI REALTÀ, DOCUMENTARIO E FINZIONE
Zero Dark Thirty - in gergo militare, l'espressione indica l'ora della notte (00:30) in cui i Navy Seals hanno messo piede sul composto che li ha portati fino al rifugio di bin Laden - rappresenta anche la produzione più ambiziosa di Kathryn Bigelow, prima donna a vincere un Oscar per la regia, che si è avvalsa delle prestazioni naturalistiche di un cast d'alto livello, di tecniche di fotografia innovative per girare in condizioni estreme con scarsa illuminazione e di una direzione artistica stratificata che curasse ogni minimo aspetto. I documenti e le testimonianze reali raccolte hanno portato la Bigelow e Boal a scegliere di raccontare la storia attraverso gli occhi di Maya, una giovane ufficiale della CIA il cui compito è rintracciare i terroristi. Maya, personaggio che si basa su una persona reale, è interpretata da Jessica Chastain e la sua evoluzione in Zero Dark Thirty - dall'innocenza iniziale alla determinazione finale, passando per i vari orrori di cui è testimone - rappresenta metaforicamente l'evoluzione di un'intera nazione in lotta contro gli spietati calcoli del mondo terrorista.A differenza di The Hurt Locker, in cui personaggi di fantasia si confrontavano con il terrificante mondo reale dell'Iraq, per Zero Dark Thirty la regista e lo sceneggiatore hanno usato un approccio distintivo e singolare: trattandosi di un'amalgama di azione, di investigazione e dramma, hanno infatti scelto un mix tra documentario e finzione, un ibrido emozionante che segue da vicino ciò che già era noto della caccia dell'Intelligence mentre si fa luce su molti aspetti bui e oscuri che nessuno conosce. In questo modo, Zero Dark Thirty riesce a raffigurare abilmente i misteri del coraggio umano e le ambiguità di una situazione in cui le normali regole morali non sono più applicabili
UN FILM MODIFICATO DAGLI EVENTI
Nella storia dei piani di caccia ai criminali internazionali, la ricerca di Osama bin Laden non ha avuto precedenti. Dopo essere fuggito dall'Afghanistan, attorno a lui si era creata una fitta rete che rendeva difficile il compito degli agenti della Cia, impegnati sul fronte professionale a mandare avanti la loro missione e sul fronte personale a non farsi travolgere dalla stessa. A grandi linee era di questo e della mancata cattura di bin Laden a Tora Bora che doveva narrare Zero Dark Thirty, il cui progetto è nato nella mente di Kathryn Bigelow e Mark Boal molto tempo prima della fatidica uccisione di bin Laden avvenuta nella notte tra l'1 e il 2 maggio 2011. Il progetto, grazie all'interessamento della produttrice - e finanziatrice - Megan Ellison era già in fase di pre-produzione quando la notizia della morte del numero uno di Al-qaeda ha spinto la Bigelow e Boal a rivedere tutta la storia da raccontare e a focalizzare l'attenzione sul personaggio di Maya, descritto solo nel "presente" del film e senza far mai riferimento a elementi del suo passato biografico per non dare spunti utili ad individuare di quale persona reale si tratti.
TORTURA, CIA E NAVY SEALS
Tipico segugio investigativo che non si dà pace fino a quando non ha catturato il suo uomo, Maya si ritrova coinvolta nella caccia a bin Laden dopo la sconvolgente esperienza di un difficile interrogatorio, con ricorso alla tortura, di un detenuto di Al Qaeda. Seppur molto forte, la scena della tortura è simbolica della scelta della Bigelow di mostrare con realismo tutto ciò che è successo, senza alcuno sconto per nessuna delle parti in causa, riflettendo la complessità della situazione a livello morale e psicologico. Pur non prendendo mai posizione su cosa sia stato giusto o sbagliato, Zero Dark Thirty alla fine mostra come lo strumento della tortura non abbia portato a nessun risultato specifico, tanto che il successo dell'operazione del 1° maggio è da ricercare in un sapiente uso della corruzione, del lavoro di spionaggio internazionale e della sorveglianza elettronica. Oltre a Jessica Chastain nei panni di Maya, Zero Dark Thirty conta su oltre 120 personaggi parlanti e 1000 attori da ogni parte del mondo: Jason Clarke interpreta Dan, l'agente della CIA che accoglie Maya al suo arrivo in Pakistan; Reda Kateb è Ammar, il detenuto non collaborativo interrogato da Dan e sottoposto a tortura fisica e psicologica; Kyle Chandler è Joseph Bradley, il capo della delegazione Cia a Islamabad chiamato a prendere decisioni che potrebbero cambiar per sempre la vita degli altri; Mark Strong è George, il capo del centro antiterrorismo della CIA in Afghanistan e Pakistan a cui Jessica deve dar conto a Langley; Edgar Ramirez è Larry, un agente della Cia specializzato in operazioni di sorveglianza reclutato da Maya; Jennifer Ehle è Jessica, una agente della Cia che rappresenta il modo di operare dell'Intelligence prima degli eventi dell'11 settembre e in contrasto con Maya e le sue decisioni; Joel Edgerton è Patrick, il leader del Navy Seal Team Six, i militari che hanno portato a termine il raid ad Abbottabad; e Chris Pratt è Justin, uno dei compagni di Patrick nel raid finale.
GIRARE TRA PAKISTAN E CISGIORDANIA
Per creare un ambiente che non sembrasse artificiale e in grado di catturare l'esotismo e la forza della storia, Kathryn Bigelow ha in primo luogo unificato il lavoro del direttore della fotografia Greig Fraser con quello dello scenografo Jeremy Hindle (al suo debutto cinematografico) in modo da ottenere un risultato che dà l'illusione della realtà. Girando con una videocamera a mano, la Bigelow ha restituito immagini, spesso "sporche" e concitate, che riflettono sia l'intimità che la pericolosità di certe situazioni. Seguendo la realtà di Maya giorno per giorno, la luce bianca e chiara degli uffici della Cia si alterna alla polvere delle strade, alla sabbia del deserto e al buio del raid ad Abbottabad. Sin dall'inizio, la Bigelow e Fraser hanno deciso di girare Zero Dark Thirty usando videocamere digitali Arri Alexa, molto sensibili alla luce e in grado di catturarne anche la sorgente più debole. Non volendo girare in nessun teatro di posa, la Bigelow e Boal si sono mostrati determinati nel trovare come set luoghi che ricordassero quelli reali in cui si sono svolte le vicende. Poiché era impossibile ottenere il permesso per girare in Pakistan, la produzione ha optato per la piccola cittadina di Chandigarh, nel nord dell'India, dove tra folle curiose e manifestazioni di dissenso la facoltà di scienze è stata "trasformata" dell'ambasciata americana a Islamabad e numerose scene di azione sono state ricreate per strada. Il rifugio di Osama bin Laden all'interno di un complesso di 38 mila quadrati è stato, invece, ricostruito in maniera fedele nei pressi di un villaggio del Mar Morto, in Giordania. Per la scena del raid, inoltre, basandosi su fotografie e schizzi vari, sono state costruite le repliche di quattro Black Hawk, elicotteri speciali modificati per non essere rilevati dai radar delle forze nemiche o dell'esercito pakistano, oltre che ad usare due Black Hawk giordani, trasformati in "americani" in fase di post produzione.
Note
Il film più controverso del 2012 negli Stati Uniti è anche un caso politico. Zero Dark Thirty racconta la caccia all’uomo più imponente del secolo come fosse la “recherche” di una Nazione. Costretta a guardare dentro se stessa, l’America scopre di essere capace delle cose peggiori per raggiungere il proprio scopo. Regia e montaggio sublimi per un film epocale.
Trailer
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Commenti (10) vedi tutti
Due ore di nulla per raccontare venti minuti di quasi niente…celebrazione cinematografica della politica obamiana o meglio esaltazione (dell'assenza) del cinema. Bigelow…ma vaffanculo.
leggi la recensione completa di Tex MurphyFilm un po' statico inizialmente che prende quota via via. Un po' macchinosa l'operazione. Nella realtà probabile tutto sia più veloce ed efficente. Il film è ben fatto e interessante. Non commento la questione 11 settembre di cui questo film mette in risalto l'epilogo. 8
commento di BradyRiscossa femminista (regista,protagonista,personaggio) contro la jihad; 'Fulvia' salverà il mondo...o almeno quella parte che ha esportato il mito della frontiera e del genocidio a fin di bene.
commento di maurizio73eccellente trovata la tortura se a praticarla sono gli americani, che -in quanto tali, non rispondono alle leggi dei comuni mortali. Questo è il messaggio che questa arrogante Bigelow propina con una prolissa serie di tediose estenuanti sequenze mediate da una protagonista dalla faccia di una perenne mestruata.
leggi la recensione completa di gherritSenza dubbio un buon film, anche se a mio avviso 30 minuti in meno avrebbero contribuito a renderlo più godibile e a mantenere più costante la tensione e l'attenzione dello spettatore. Nota dolente una strisciante e sottaciuta giustificazione della tortura a fini investigativi che personalmente ho trovato molto fastidiosa.
commento di Mark92Non è un racconto asettico, perché le emozioni sono forti, anche se per buona parte del film si seguono solo riunioni, torture, operazioni di spionaggio sul terreno, ma mai azione. Ma quei 28 minuti dell’irruzione nella casa-fortino di Osama Bin Laden sono un crescendo che non toglie, nonostante si sappia l’epilogo, nulla alla tensione.
leggi la recensione completa di michemarIl film è buono, soprattutto nella seconda parte. Brava la Jessica.
leggi la recensione completa di tobanisEnnesimo film di propaganda made in USA con tutti i crismi del mainstream, spin doctor e loro frame, con l’avvallo governativo e probabili finanziamenti pubblici sotto banco. Molto ben confezionato e narrato, ma basato su montagne di falsità, disinformazione, mistificazioni, ecc..
leggi la recensione completa di MaciknightControverso, criticato da chi si aspettava patriottismi gratuiti e da chi li ha trovati reputandoli inopportuni. Non vedo abbracci tra marines o eccessive bandiere al vento e non capisco chi, incredibilmente sorpreso, ha scoperto solo ora l'uso sovente della tortura per estrapolare informazioni in guerra. Buon film, ottime regia e interpretazioni.
leggi la recensione completa di GhenesiosVoto al film : 8
commento di ripley77