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Quel che sapeva Maisie

Regia di Scott McGehee, David Siegel vedi scheda film

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La recensione su Quel che sapeva Maisie

di supadany
7 stelle

Quando due genitori divorziano sono sempre i più piccoli le vittime principali, un po’ perché non hanno voce in capitolo, ma soprattutto perché si ritrovano a vivere in nuovi equilibri tutti da ricreare.

Per giunta in questo film diretto da David Siegel e Scott McGehee per la piccola Maisie sembrano essere una chimera.

Susanna (Julianne Moore) e Beale (Steve Coogan) dopo il divorzio si contendono l’affido di Maisie (Onata Aprile), tra grandi attenzioni ma anche incredibili e prolungate assenze.

Fortunamente ci mettono una pezza Margo (Joanna Vanderham), nuova moglie di Beale, e Lincoln (Alexander Skarsgard), nuovo compagno di Susanna, che oltre all’affetto mostrano anche quella costante dedizione di cui una bambina ha bisogno.

Quando entrambi i genitori sono in partenza per un lungo viaggio di lavoro rimane ancora una volta da sistemare Maisie.

 

Julianne Moore, Onata Aprile

Quel che sapeva Maisie (2012): Julianne Moore, Onata Aprile

 

Piccoli bambini, dimenticati da genitori immersi in tutt’altro, crescono.

Madre e padre concentrati su loro stessi, gli affari e le carriere che non vogliono mollare (lei è una rockstar attempata), ma anche capaci in quei pochi momenti che passano con la figlia di emanare il classico sentimento materno/paterno.

Allo stesso modo però trasformano la piccola in un “pacco” ed attraverso lei seguiamo il racconto di un divorzio burrascoso (anche se siamo già alle fasi conclusive) e delle nuove avventure sentimentali dei due adulti intraprese con i medesimi difetti di sempre, ovvero poco tempo da dedicare e poca qualità dello stesso.

Impossibile anche per dei cuori di pietra non affezionarsi a Maisie, una perfetta Onata Aprile, il cui sguardo squarcia laddove le parole faticano ad arrivare, anche perché centellinate, ed in questa visione anche la retorica viene smussata.

Poi gli ingranaggi narrativi non funzionano a menadito, tra alcune ripetizioni ed un finale un po’ ostentato, mentre tra gli interpreti, Julianne Moore e Steve Coogan vivono le loro interpretazioni attraverso i contrasti (amore/odio, presenza/assenza), capaci di tutto e del contrario stesso, Alexander Skarsgard e Joanna Vanderham sono una schiarita all’orizzonte, rimanendo comunque personaggi anche troppo arrotondati.

Un titolo orgogliosamente indipendente che non vanta una particolare profondità, ma che è anche in grado di conquistare per la prospettiva che persegue dall’inizio alla fine che consente di giustificare, almeno in parte, qualche leggerezza (di troppo).

Vissuto. 

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