Regia di Scott McGehee, David Siegel vedi scheda film
“I bambini ci guardano”, ci giudicano, maturano sopravvivendo all'egoismo e all'egocentrismo di un mondo di adulti che non ha saputo realizzarsi, o se l'ha fatto, non ha saputo accorgersi che è sopraggiunto il momento di guardare un pò a chi ci vive vicino e a chi amiamo veramente. Parafrasando, ma forse non del tutto a sproposito, De Sica ed il romanzo da cui fu tratto il suo film, la storia di una bimba di sei anni, Masie appunto, figlia di una egocentrica rock star e di un distratto mercante d'arte, che impara a proprie spese a maturare e a crescere anzitempo grazie ai comportamenti puerili ed immaturi di due genitori anagraficamente già sin troppo adulti, ma circondati dal vuoto e dall'inconsistenza delle rispettive futili esistenze. Ecco allora che Masie, rimbalzata di genitore in genitore, e di conseguenza attraverso i rispettivi nuovi compagni, diviene l'essere vivente con cui l'adulto immaturo giunge a farsi scudo per ottenere ed aggiudicarsi diritti e priorità ai danni dell'altro coniuge.
Col risultato che sarà più facile digerire ed accettare di essere allevati dai nuovi consorti dei propri genitori naturali, che tornare nel mondo sociopatico ed irreversibilmente corrotto dei due pur amorevoli, ma immaturi e stolti genitori naturali.
La coppia registica Scott McGehee e David Siegel dirige un film tecnicamente un po' convenzionale, ma corretto e penetrante, sorretto da interpretazioni davvero molto convincenti da parte della sempre splendida Julianne Moore, icona del rock in stile Ciccone-Madonna intenta a trovare nella figlia la ragione di rivalsa al proprio senso di inferiorità o di impotenza, e dalla giovane espressiva bimba Onata Aprile, viso solo apparentemente fragile in realtà munito di un carattere e di una pazienza fuori dal comune, ma realisticamente indispensabili a veder riconosciuti valori di un' ìnfanzia altrimenti schiacciata dall'incomprensione e dalla pochezza del capriccio adulto senza giustificazione.
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