Regia di Laurent Cantet vedi scheda film
Tra il 1955 e il 1956 un gruppetto di 15enni americane proletarie, inizialmente cinque, poi sempre di più, formano una gang femminile (le Foxfire, appunto), con l'intento di vendicare i continui torti che subiscono dai maschi. La loro rabbia si estende in seguito ai ricchi e il gioco, alla lunga, sfugge loro di mano.
Il più sociologo tra i registi in circolazione (Risorse umane, A tempo pieno, Verso sud, La classe) prende spunto dal romanzo di Joyce Carol Oates per concentrarsi sulle dinamiche interne a un gruppo carismatico di adolescenti, osservando i meccanismi di partecipazione e coesione, l'accoglienza di nuovi membri, i processi di disgregazione di queste amiche per la pelle dalle fisionomie e dai caratteri perfettamente distinti (interpretate da attrici da applauso), impigliate in un continuo rito di passaggio che arriva al suo acme con il rapimento di un uomo facoltoso. Romanzo di formazione sul tema della misandria che sfocia prima in un ribellismo cieco e poi in un vero e proprio innesco rivoluzionario, il notevole film di Cantet, sul quale aleggia un'atmosfera saffica, ha il solo neo di qualche lungaggine di troppo (nessuna tra le sue opere è mai stata sotto le due ore di durata: qui siamo a 143 minuti): dagli inserti con il vecchio rivoluzionario (francamente scoordinati col resto del film) alle didascalie sul bravo padre di famiglia ultrabigotto.
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