Regia di Pierre Coffin, Chris Renaud vedi scheda film
La strada è stata tracciata (e pure molto bene) col primo capitolo, per cui col seguito si è trattato “solo” di seguirla bene, valorizzando al massimo ciò che è più piaciuto al pubblico spostando quindi parzialmente l’ottica generale alle dipendenze di una trama certo anche semplice, ma congeniale alla situazione.
Gru ha ormai messo da parte la sua carriera di super cattivo per crescere le sue tre figlie quando, in seguito ad un potenziale grosso pericolo per l’umanità, viene contattato, per così dire, da Lucy e coinvolto in una missione per scoprire chi si cela dietro il furto di un siero in grado di trasformare tranquille creature in vere e proprie macchine di distruzione.
Ed intanto tra Gru e Lucy, dopo la diffidenza iniziale, nasce anche del tenero per la gioia della piccola Agnes che vorrebbe tanto avere una mamma.
Il fulcro della storia, un intrigo spionistico con storia d’amore al seguito, diventa in questo caso un (buon) pretesto per far rendere al massimo un prelibato contorno.
Infatti, se il cattivo di turno non desta poi grandi entusiasmi (anche se poi ci pensa il suo gallo da combattimento a mettere le cose a posto), è quanto ci si costruisce attorno a funzionare all’ennesima potenza, valorizzato anche meglio che nell’originale prima avventura di Gru e soci.
Protagonisti assoluti diventano i Minion, spesso presenti in scena, e sempre desiderati nei pochi frangenti nei quali mancano, con la loro laboriosa inettitudine, un’ingenuità contagiosa, una memoria cortissima (vedi la spassosa scena del gelato) e i loro continui sfottò con i loro simili.
Praticamente delle piccole pesti gialle caratterizzate da un linguaggio maccheronico, con tanti versi e poche parole (fantastico quando suonano alla tana del cattivo e “parlano” con la loro nemesi malvagia), che però si fanno sempre capire, tanto fedeli quanto capaci di farsi fregare stupidamente (vedasi quando dopo essere stati rapiti se la spassano sulla spiaggia senza farsi problemi come se fossero giunti nel loro paradiso).
La loro influenza viene quindi amplificata al massimo (direi che è stata una scelta vincente) e la gestione delle scene lavora su scale diverse, per cui, oltre a chi si muove in primo piano, spesso e volentieri ci sono dei particolari gustosi nelle retrovie (anche per questo è un film che rivedrò appena possibile in bluray).
Oltre a questi esilaranti esserini gialli anche le tre bimbe hanno diversi momenti di gloria, soprattutto Agnes diviene, per chi scrive, la bimba migliore del cinema d’animazione, tra il suo scopetto sopra la testa, due occhioni che farebbero sciogliere anche un cuore di pietra ed una vivacità contagiosa.
Così, se è vero che le linee guida della trama non offrono un ampio respiro è ancora di più vero che non vi è tempo per accorgersene (il ritmo è decisamente sostenuto), visto che le situazioni destinate a scatenare la risata sono molteplici e presenti con costanza dall’inizio alla fine (ci sono giusto un paio di passaggi un po’ più seriosi).
Ma soprattutto riescono alla grande nel loro intento, i Minion sono sempre più lanciati nell’olimpo dei migliori personaggi del cinema animato e quando finisce il loro ultimo siparietto sui titoli di coda non rimane altro che dire “ancora!!”.
Trascinante.
Ormai il più lo avevano già fatto inventando questi caratteri animati, ma con questo seguito sono stati abili a far risaltare al massimo ciò che il pubblico aveva maggiormente apprezzato tre anni fa.
Inutile aggiungere che il lavoro sull'animazione è molto buono.
Ormai il più lo avevano già fatto inventando questi caratteri animati, ma con questo seguito sono stati abili a far risaltare al massimo ciò che il pubblico aveva maggiormente apprezzato tre anni fa.
Inutile aggiungere che il lavoro sull'animazione è molto buono.
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