Regia di Sam Peckinpah vedi scheda film
Di film crepuscolari sulla fine dell' epopea western e dei suoi miti ne han fatti a decine, ma raccontata dal vecchio Sam acquista un altro sapore. La storia di Garrett e del Kid è nota; Peckinpah la guarda con gli occhi di un Garrett invecchiato, alcolizzato, malinconico e stanco. Sa che i tempi stanno per cambiare - a lui pare che la cosa non piaccia molto - e suo malgrado si adegua perchè ha una paura fottuta della morte, paura che tenta di scacciare con la bottiglia e con le spacconate. l tempi delle scorribande in barba a tutto e tutti sono cosa passata, così si mette agli ordini dei nuovi Padroni, proprietari terrieri senza scrupoli, che lo usano come una pedina per far fuori il Kid. Dentro di sé non vorrebbe farlo, ma vuole invecchiare col Paese e non lo facesse i Padroni gliela farebbero pagare cara.
Si sa com'è andata.
Film bellissimo con momenti di poesia intrisa di profonda maliconia. Tutti sanno che moriranno prima o poi, e si preoccupano che il loro nome sia scritto bene sui giornali, o che la gente si ricordi di loro. Lo sceriffo, che ferito, sente arrivare la morte e si siede sulla sponda del fiume (quel fiume che sognava di navigare nonappena avesse finito di costruirsi la sua barca) mentre la moglie in lacrime lo guarda impotente sapendo che lo sta perdendo, è la vera metafora del film: il passato sta morendo e noi con lui. Accettiamolo: non possiamo sottrarci al nostro destino. Non servono tante parole: è solo da guardare.
Notevole la soundtrack firmata da Dylan il quale da un giro di accordi elementare ha tirato fuori la splendida Knockin' on heaven's doors.
Ma Alias ovvero Robert A. Zimmerman alias Bob Dylan, nel film, che ci sta a fare?
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