Regia di Christopher McQuarrie vedi scheda film
“Jack Reacher” è il tentativo, abbastanza riuscito senza però suscitare eccessivi entusiasmi, di trovare una nuova serialità nel segno del filone dei vari “Bourne” e “James Bond”, mescolando action, thrilling ed un po’ di humour, con un protagonista misterioso ed una trama piuttosto articolata alle spalle anche se non sempre l’insieme funziona a pieno regime.
Cinque persone vengono assassinate contemporaneamente e senza apparente motivo, un militare viene velocemente incastrato, ma l’avvocato Helen Rodin (Rosamund Pike) cerca comunque di andare oltre a quanto appaia evidente.
Grazie a Jack Reacher (Tom Cruise) scoprirà che dietro c’è dell’altro, ma la verità la metterà nelle condizioni di fare scelte ardite e conseguenzialmente in serio pericolo.
Per sua fortuna c’è Reacher non ha nessuna intenzione di abbandonarla.
Dalla penna di Lee Child (che compare anche in un cameo, per la precisione nei panni di un sergente al desk della centrale) ecco un nuovo eroe inafferrabile, misterioso che la sa lunga e che non si fa frenare dai limiti imposti dalla legge per arrivare ad incastrare di deve pagare per le sue malefatte.
Con un personaggio del genere, Tom Cruise può andare a nozze, tra battute e carisma da evidenziare oltre alla consueta forma fisica per un classe ’62 ed il resto lo aiuta per quanto non sia poi così sfavillante.
La confezione appare sostanzialmente discreta (curata e professionale anche se con pochi lampi), il cast è molto ben assortito, il ritmo è un po’ troppo blando con un’indagine articolata, probabilmente non sempre vivissima, ma con alcune buone fiammate (l’agghiacciante figura di Werner Herzog ed uno scanzonato Robert Duvall vengono in soccorso).
Lo script poi è abbastanza solido, ma non manca qualche fragilità (come il rapimento di Helen che avviene laddove dovrebbe essere praticamente impossibile), interessante il rapporto Reacher-Rodin che, anche grazie ad una buona chimica tra Cruise e la Pike (difficile non avere “chimica” con lei), provoca scintille senza comunque andare a scadere nell’ovvio (ovvero la classica scena di sesso).
I fuochi d’artificio invece sono relegati soprattutto nella parte conclusiva con un inseguimento in automobile (pirotecnico, ma non impressionante) e principalmente la resa dei conti in stile “Rambo”, galvanizzante tra una feroce sparatoria, un duello dove i pugni fanno male sul serio (e per fortuna che è così) e la risolutezza di Reacher che gli da una maggior ragione di esistere (se la legge non ti aiuta fatti giustizia da solo).
Un film tosto, che lascia qualche dubbio pur non avendo debolezze marcate, ma che soprattutto si fa seguire anche se Tom Cruise, nonostante l’impegno ed il carattere, sia un po’ datato per la parte.
Un nuovo “eroe” è servito.
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