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Jack Reacher: La prova decisiva

Regia di Christopher McQuarrie vedi scheda film

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La recensione su Jack Reacher: La prova decisiva

di mc 5
10 stelle

Formidabile questo action thriller. Ma poi, al di là dei gusti, rappresenta oggettivamente un prodotto interessante perchè tenta di dire una parola nuova nell'ormai sfiatato panorama dei thriller "corposi" e impegnativi. Cercherò di spiegarmi meglio. Mi riferivo in particolare al personaggio di Etan Hunt, quello che ha dato notorietà stellare (e soldi) a Tom Cruise. Una saga che ha evidentemente disperso ogni spinta propulsiva, oramai uniformata al solito schema, tra Bourne e Bond, dei complotti spionistici internazionali, con annesse consuete trasferte nelle capitali del mondo, dove si ambientano i soliti inseguimenti (per strada o sui tetti poco importa) e sempre col solito mefistofelico cattivo che prepara una catastrofe nucleare. Basta, non se ne può più. L'ultimo Bourne in questo senso era un tentativo, ancorchè spettacolare, di accanimento terapeutico. Diverso il caso di un Bond che, grazie al formidabile talento di Sam Mendes, ha saputo tentare (per ora è solo un tentativo) qualche strada nuova. Ma una cosa è certa: stiracchiare le avventure di Etan Hunt era ormai "missione impossibile". E allora sia benvenuto Tom Cruise che si affida a qualcosa di completamente differente. Ed evidentemente ci crede, se appare in veste di principale produttore. E' chiaro che lui non ha pensato nè creato nulla, ma ha saputo scegliere bene dove andare a cercare. E allora diciamo pure che Jack Reacher è personaggio a livello letterario già consolidato da anni. L'autore del soggetto, tale Lee Child (per me finora emerito sconosciuto), pare infatti sia celebre giallista televisivo ma soprattutto affermato scrittore col suo Jack Reacher protagonista di ben 17 romanzi. Ed è da uno di questi che il regista Christopher McQuarrie ha adattato per il cinema questo "La prova decisiva", scrivendo una sceneggiatura più che discreta. C'è una cosa che va detta subito su questo personaggio che sono in molti ad ipotizzare sarà protagonista di almeno un sequel. Etan Hunt, scusate se ripeto il concetto in forma pop, aveva cominciato a rompere i coglioni; e lo stesso Cruise -pur gagliardo come sempre- ci aveva trasmesso segnali di quello che avrebbe rischiato di diventare se la saga avesse avuto ulteriori sviluppi: un attore bollito. E invece ecco che Cruise si ricicla entrando nei panni di un eroe che non è poi tutta questa gran novità ma -vivaddio- almeno è qualcosa di assolutamente diverso. Innanzitutto stop alle vicende della serie "chi la spara più grossa". Qui il nostro Jack è, sì, il solito ex poliziotto un pò triste, disilluso, vagamente ironico, con l'animo dolente ma pronto a picchiar duro per una causa giusta, ok, tutto questo è molto Eastwoodiano e già visto, ma rispetto al "vecchio" Hunt, qui abbiamo un cristo che vive e combatte sulla strada, e precisamente in una plumbea e piovosa Pittsburgh, città dove covano intrighi ed oscuri presagi di morte. Altro che gli inseguimenti sui tetti di Istanbul, qui si respira l'aria della strada, con la gente comune che aspetta l'autobus o coi giovani cialtroni che cazzeggiano al pub (per citare gli sfondi di due sequenze tra le più riuscite del film). Inoltre va dato atto a Cruise di aver vestito questi nuovi panni con assoluta disinvoltura e mostrando di essere veramente a suo agio, come se questa nuova avventura lo avesse stimolato a migliorare il proprio livello di espressività. Io che amo gli attori, ho messo infatti sotto la lente il viso e le posture di Cruise, scoprendone dettagli e sfumature che finora non avevo mai notato. Intendiamoci, stiamo parlando di un attore che non è un fuoriclasse ma è comunque un tizio che quando è servito da autori e registi in gamba -come nel nostro caso- può riuscire a fare scintille, coinvolgendo lo spettatore in un divertimento totale. Un'ultima osservazione: in "Jack Reacher" l'ironìa è poco presente, diciamo che si tratta di un action piuttosto duro (senza esagerare, è pur sempre un blockbuster) e fatto per esser preso abbastanza sul serio. Il film è girato davvero bene (ricordiamo che il regista ha nel suo curriculum l'Oscar come sceneggiatore de "I soliti sospetti"). E poi si ha la percezione di un prodotto realizzato evitando i soliti criteri da blockbuster, vale a dire grande spettacolarità con qualche macchia di (spesso forzata) ironìa. No, questo è un thriller serio, nè furbo nè piacione. La pellicola ha un incipit talmente eccitante che mi ha davvero esaltato. Immaginatevi questo cecchino-killer che si muove lentamente, raggiunge un garage sopraelevato, si apposta ed osserva, nel mirino del suo fucile di precisione, le sue probabili vittime-bersaglio. E su questa magistrale sequenza non aggiungo altro, perchè bisogna vederla sul grande schermo, e goderne. E tutto prende le mosse proprio dai dubbi sull'identità del suddetto cecchino. Ma questo è solo l'inizio di una storia lunga e avvincente che preferirei non raccontare nel dettaglio, per non svilire o banalizzare le oltre due ore di tensione che appassionano senza cedimenti dall'inizio alla fine. Sì, sono presenti alcuni stereotipi dell'action thriller, tipo inseguimenti in macchina da cardiopalma, ma sempre risolti in modo brillante e mai banale: basti pensare alla concitata corsa di auto che si conclude con la macchina da presa che inquadra un gruppo di pendolari in attesa dell'autobus...compreso un impagabile cambio di cappello (chi ha visto il film capirà!). Il cast. Detto di un Cruise migliorato che pare corroborato da questa nuova sfida, parliamo pure di una serie d'attori tutti assai in parte. A partire da una efficacissima Rosamund Pike, attrice ormai tra le più richieste di Hollywood. Richard Jenkins è ormai un mito del cinema americano, attore eccelso e versatile, in cui convivono carisma e talento. Stesso discorso per il leggendario Robert Duval, qui nell'azzeccatissimo ruolo di un sornione gestore di un poligono di tiro, personaggio fanatico di armi di precisione e, volendo, anche un tantino fascistoide, nella propria rozzezza e cinismo di pensiero. Ed infine la ciliegia sulla torta. Tutto avrei immaginato, meno che di trovare nel ruolo (straordinariamente efficace) del malvagio vilain, l'immenso regista tedesco Werner Herzog, inquietante nella sua sinistra postura luciferina. Concludendo. L'action thriller perfetto.


Voto: 10

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