Regia di Rian Johnson vedi scheda film
Nel 2044 l'umanità ha raggiunto un ulteriore traguardo: quello di riuscire a compiere il viaggio nel tempo. All'uopo, le organizzazioni criminali, sovrastate da un fantomatico individuo chiamato lo sciamano, hanno assoldato dei looper, ossia dei killer che, tornando indietro di trent'anni, uccidono su commissione chi intralcia il crimine organizzato. Siccome però il viaggio nel tempo è considerato un reato gravissimo, queste operazioni vengono remunerate sostanziosamente in cambio di una vita che si sa essere a termine. Il problema, per Joe (Gordon-Leavitt), liftatissimo e aduso a droghe di ogni genere, è che a un certo punto gli si parerà davanti lui stesso (Willis) con 6 lustri di più sul groppone. Che farà? Ucciderà l'altro se stesso il quale, a sua volta, vuole uccidere il bambino che in seguito sarebbe diventato lo sciamano grazie a una potentissima facoltà di telecinesi e alla volontà di chiudere i loop dei looper?
La carta del paradosso temporale è un asso che non tutti riescono a giocare con la stessa abilità. Rian Johnson, qui anche sceneggiatore, ci riesce in alcune sequenze fulminanti (su tutte, quella di un looper che perde pezzi di corpo mentre il suo equivalente di trent'anni prima finisce ammazzato), ma poi finisce inghiottito dal suo stesso giochino, senza riuscire a venire fuori dal paradosso temporale con una qualche intuizione brillante. Molto meglio allora andarsi a rivedere Ritorno al futuro, anche se in Looper a meritare sono soprattutto gli apocalittici scenari urbani che caratterizzeranno le nostre metropoli, tanto mostruosi quanto ormai prossimi.
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