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Trama

Helene Marchal, bella e snob, gestisce insieme alla vecchia amica Costance la prestigiosa scuola di balletto dell'Opera di Parigi. Joachim Fox, invece, lavora per un produttore di specchi fuori dal trambusto della città, ama lo skateboarding e vive con la sorella e il cognato, gestori di una palestra locale. Le loro vite sono agli antipodi, eppure dopo essersi incontrati diventa evidente che non possono star lontani l'uno dell'altra, come se fossero vittima di un incantesimo. Anche a dispetto della loro volontà, aprono le danze di una storia d'amore in cui separarsi fisicamente diventa impossibile.

Approfondimento

HAND IN HAND: LEGATI DAL DESTINO

Hand in Hand racconta di rapporti simbiotici in forme diverse. Prima che i personaggi principali di Hélène e Joachim si ritrovino ad essere bloccati in un'unione che demistifica l'incontro romantico e lo priva di qualsiasi desiderio. Joachim vive ancora insieme alla sorella Vero mentre Hélène ha un rapporto esclusivo con l'amica Costance. Nel momento in cui si incontrano e si ritrovano legati da uno strano potere, Hèléne e Joachim si fondono al punto di isolarsi dal resto del mondo: mentre si avvicinano l'uno all'altra, inevitabilmente si allontanano e separano da Vero e Costance. Tra Hélène e Joachim all'inizio non si tratta di una questione d'amore: non hanno nulla in comune ma cadono vittima di uno strano scherzo del destino che, come per incantesimo, permette loro di rendersi progressivamente conto che si piacciono e si completano a vicenda. Quello a cui vanno incontro è il viaggio iniziatico di due persone che si evolvono insieme man mano che la storia si sviluppa e questo fa sì che Hand in Hand costituisca il terzo pezzo di una trilogia che Valerie Donzelli ha dedicato agli innamorati. Incontro, coppia e ciò che insieme imparano sono infatti il tema centrale anche dei due precedenti film della regista: mentre in La reine des pommes la rottura dal fidanzato permette ad Adéle di incontrare Rachele e divenire oggetto della sua vita e in La guerra è dichiarata è la perdita di una vita spensierata a porre la coppia di fronte ad una prova da superare insieme, in Hand in Hand è una rottura forzata che porta verso nuove opportunità e all'incontro che blocca, sia in senso metaforico che letterale, Hélène e Joachim.
Hand in Hand è accompagnato dalla voce fuori campo di Philippe Barrassat, che per la terza volta fa da voce narrante per i film della Donzelli e spiega quello che accade ai personaggi. Durante la narrazione, inoltre, capita anche che siano gli stessi personaggi a cercare di dare una spiegazione al perché Hèléne e Joachim siano attaccati l'uno all'altro e non riescano più a separarsi.

PERSONAGGI LINEARI MA DALLA PSICOLOGIA COMPLESSA

Seguendo la linea dei due precedenti film da regista, Valerie Donzelli sceglie di descrivere due personaggi abbastanza lineari e senza lati oscuri da nascondere. Nelle loro azioni non vi è mai uno scopo manipolatorio o ingannevole, parlano e agiscono in maniera diretta e sopratutto sono umanamente leali. In apparenza, Joachim ed Hèléne provengono da background sociali molto differenti ma ci si rende subito conto che condividono pensieri ed ideali, lo stesso modo di vedere la vita e di comportarsi. Nonostante sembri attaccata alle etichette e abbia un autista, Hèléne finisce con l'abbandonare la maschera che porta e si mostra per quello che è. Nel disegnare personaggi di diversa estrazione sociale, Valérie Donzelli si diverte a giocare con gli stereotipi senza però essere mai sprezzante. Al di là dell'apparente semplicità con cui alcuni personaggi di Hand in Hand sono stereotipati si nasconde una psicologia molto più complessa: è il caso ad esempio di Vero, impiegata alle poste che pur apparendo ingenua non è affatto stupida, o di Hélène e Costance, che pur non lasciandosi ingannare dalla gabbia dorata in cui vivono sanno quale importanza abbia il denaro e non desiderano diventare povere. I personaggi, inoltre, non dimenticano mai il passato da loro vissuto e non voltano mai definitivamente pagina, portandosi appresso dolori e perdite con cui convivere: Vero ad esempio ha perso i genitori in un incidente aereo e tale perdita l'ha come isolata, Hélène invece ha avuto genitori che non l'hanno mai capita e Costance nasconde un mistero che l'ha portata ad essere uno spirito libero e ribelle.

ALL'OPERA DI PARIGI

Per la prima volta, Valerie Donzelli sceglie di non essere la protagonista di un suo film e affida il ruolo di Hèléne a Valérie Lemercier, riservandosi però la parte di Vero. La scelta si è rivelata azzeccata soprattutto per la passione che la Lemercier ha per la danza: Hèléne dirige infatti la scuola di ballo dell'Opera di Parigi (dentro cui si sono svolte gran parte delle riprese) e, di conseguenza, il personaggio imponeva conoscenza del balletto classico e dimestichezza con ballerini juniores e tutù. Per il ruolo di Joachim, Jérémie Elkaïm ha invece preso lezioni di danza da Michel Denard, ex etoile dell'Opera che recita anche nella parte dello chauffeur di Hélène. Elkaïm ha anche recitato in calzamaglia nel bel mezzo di un gruppo di bambine per una scena che se fosse stata girata da un'attrice sarebbe risultata umiliante e ridicola. Ad un certo punto Joachim si ritrova di fronte ad Hélène ad eseguire The Man I Love di Gershwin nel linguaggio dei segni: si tratta di una coreografia di Pina Bausch che Joachim ha conosciuto e imparato da solo, usata per stupire Hélène e rimarcare il concetto che la cultura non è riservata solo alle elite ma riesce a raggiugere e colpire le sensibilità di ogni classe sociale.
Nonostante sia meno personale di La guerra è dichiarata, anche Hand in Hand contiene un evento autobiografico che ha colpito la regista mentre si trovava al festival di Cannes del 2011 (dove La guerra è dichiarata è stato presentato): la morte della madre, a cui è susseguita una cerimonia funebre al limite dell'assurdo. La Donzelli ha trasferito emozioni del momento in Hand in Hand, dove si assiste al funerale di Costance, in un'atmosfera tragicomica in cui accadono eventi da farsa, generati dall'idiozia e goffaggine del cerimoniere e da un problema che sorge quando si deve spostare la bara.

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Recensioni

La recensione più votata è positiva

lauraonair di lauraonair
8 stelle

“Main dans la main”, di Valérie Donzelli. Francia 2012, 90. Una donna, Hélène, insegnante di danza all‘Opéra Garnier di Parigi. Un ragazzo, Joachim, vetraio di periferia. Il lavoro che svolge quest’ultimo in una ditta di specchi è il preludio per quello che accadrà nel corso del film. Quando si incontrano accidentalmente per la prima volta, i due vengono travolti da uno strano… leggi tutto

1 recensioni positive

2013
2013
locandina inglese
Foto
2012
2012

Recensione

lauraonair di lauraonair
8 stelle

“Main dans la main”, di Valérie Donzelli. Francia 2012, 90. Una donna, Hélène, insegnante di danza all‘Opéra Garnier di Parigi. Un ragazzo, Joachim, vetraio di periferia. Il lavoro che svolge quest’ultimo in una ditta di specchi è il preludio per quello che accadrà nel corso del film. Quando si incontrano accidentalmente per la prima volta, i due vengono travolti da uno strano…

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HAND IN HAND: LEGATI DAL DESTINO

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