Regia di Ye Lou vedi scheda film
“Un certo sguardo”, effettivamente, questo film ce l’ha. La macchina da presa segue incessantemente i personaggi tallonandoli da prospettive sempre più opprimenti e ravvicinate, a volte guardano in macchina, a volte non vogliono essere inquadrati e coprono con la mano l’obiettivo, mettendo in dubbio lo spettatore se in effetti uno di loro non possieda una handycam e che il montaggio variegato, tra un jumpcut e l’altro, non ci abbia regalato un foundfootage. Quello che tuttavia non mi ha permesso di godere appieno del film di apertura della sezione “un certain regard” è la localizzazione orientale della vicenda. Il film, come si deduce dal titolo, è un giallo cinese (viva i giochi di parole), e l’estrema incapacità che abbiamo noi occidentali di riconoscere i tratti somatici dell’asiatico medio, non mi ha permesso di distinguere il colpevole dall’ispettore e la moglie dall’amante (tutti con lo stesso taglio di capelli, con baffi e pizzetto…). Quindi, basandomi puramente sull’aspetto visivo, non mi sentire di concedere a questo film più di tre stelline, con la premessa che la parte narrativa qui faceva la parte del leone…
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