Regia di Régis Roinsard vedi scheda film
.... innamorarsi al ritmo della dattilografia estrema...
Un buon film che mi ha catturato fin dai titoli fatti con una grafica accattivante e retrò, come poi tutto il film che è un tuffo negli anni ’50 così come li ricordo io. Colori pastellosi, pettinature impostate, macchine da scrivere sferraglianti di tanti tipi e colori, musica swing.
Il titolo originale è Populaire che è un modello di macchina da scrivere, la dattilografia estrema, le macchine da scrivere, l’innamorarsi sono la storia del film.
E’ simpatico il rapporto tra Rose e Louis e si capisce subito come andrà a finire dalla spallina dell’abito che nella foga della dattilografia veloce le scivola sulla spalla sinistra. Rose vuole sfuggire alla vita che il padre vuole per lei, il matrimonio con un bravo ragazzo e al negozio del padre di cui si occupa e in cui è in vendita la Populaire che cambierà la sua vita, facendola diventare una segretaria e quindi una “donna moderna”. E’ strano come i tempi cambiano e come il sogno di fare la segretaria in un piccolissimo ufficio fosse il desiderio più grande di una ragazza dei primi anni ’50,
Louis è un giovane uomo che fa l’assicuratore in un ufficio tutto suo, rimane incuriosito da Rose e dopo alcune incertezze capisce che la ragazza ha un talento per la dattilografia veloce e decide di diventare il suo allenatore e farla partecipare alle gare nazionali.
Sarà un successo e dopo quello la sfida alla campionessa americana e la vittoria finale.
Parallelamente all’allenamento per raggiungere una battuta di ben oltre i 500 caratteri al minuto si sviluppa il rapporto tra Louis e Rose. Chi guarda capisce che anche lui è innamorato di Rose ma occorrerà arrivare alla fine del film per l’happy end.
Sono belle e strane le gare di dattilografia estrema, con tanti tavolini e su ognuno una macchina da scrivere e accanto una ragazza che partecipa. L’impostazione delle mani ad inizio gare, immobili ma pronte a tuffarsi sulla tastiera, il fischio di partenza e tutte queste mani che picchiano sulla tastiera con una velocità assolutamente incredibile e un muoversi delle dita con delle movenze strane frutto dell’allenamento continuo.
Queste scene mi hanno fatto ricordare “Mood indingo” di Gonrry in cui ha recitato lo stesso attore, anche lì c’è una sala piena di dattilografe in cui le macchine scorrono incongruamente su una specie nastro ed ogni dattilografa scrive un pezzetto del testo, come una catena di montaggio e anche le musiche sono simili.
In conclusione un film ben fatto, di gusto e con una buona regia e un’eccezionale fotografia e con un’attrice protagonista perfetta nel ruolo della ragazza apparentemente indifesa. Un film che si vede con la leggerezza con cui si mangia un croissant.
(film visto in lingua originale con sottotitoli nella rassegna dell'Istituto culturale francese di Palermo)
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