Trama
Primavera del 1958. La ventunenne Rose Pamphyle vive in un paesino con lo scontroso padre vedovo, gestore di un negozietto, ed è fidanzata con il figlio di un meccanico. Davanti a sé ha un futuro tranquillo e una vita da casalinga senza particolari aspirazioni quando decide di rispondere ad un annuncio. Nella vicina Lisieux, in Normandia, Louis Echard sta cercando una segretaria per la sua compagnia di assicurazioni e Rose si presenta per un colloquio. L'incontro si rivela disastroso su tutti i fronti ma Rose rivela un dono inaspettato: è capace di battere sui tasti della macchina da scrivere a una straordinaria velocità. Colpito da ciò, Louis la convince a lasciarsi allenare duramente per partecipare a un concorso nazionale di velocità di battitura.
Approfondimento
TUTTI PAZZI PER ROSE: I CAMPIONATI DI DATTILOGRAFIA
Tutti pazzi per Rose rappresenta l'esordio alla regia di Régis Roinsard. Esperto di fotografia ed ex studente di cinema, Roinsard si è specializzato in processi di produzione tecnica di audiovisivi prima di lavorare in televisione e specializzarsi nella regia di prodotti su commissione per spot pubblicitari, video musicali e documentari. Dopo aver diretto quattro cortometraggi, esordisce nel lungo con una storia a prima vista lieve e romantica, basata su una gara di dattilografia. L'idea gli è stata suggerita nel 2004 dalla visione di un documentario sulla storia della macchina da scrivere in cui si mostravano delle brevi sequenze dei campionati di velocità di battitura. Da lì, ha cominciato ad approfondire le caratteristiche di questo particolare "sport" e gli insegnamenti delle scuole di stenografia e dattilografia, compito non facile dal momento che si trattava di istituti in via di estinzione per via della sostituzione delle macchine da scrivere con il computer. Le ricerche su internet, invece, gli hanno permesso di scovare alcuni documenti che testimoniavano come ad esempio i campionati di dattilografia interessassero il pubblico e fossero particolarmenti sentiti: una foto, ad esempio, mostrava come un campionato americano si fosse svolto all'interno di una stanza grande quanto un velodromo di fronte a migliaia di spettatori.
Roinsard è riuscito anche a mettersi in contatto con gli ex campioni della "disciplina" e, ascoltando i loro racconti, ha appreso quanto forte fosse per ogni concorrente la pressione mentale vissuta e di come ognuno mettesse in atto strategie di destabilizzazione dell'avversario.
LA CULTURA DEGLI ANNI CINQUANTA
Protagonista di Tutti pazzi per Rose è Rose - che deve il nome ad una delle nonne di Roinsard -, una ragazza che proviene da un piccolo villaggio e che ha sempre considerato la città di Parigi come una metropoli inaccessibile. Roinsard con l'aiuto dell'amico e produttore musicale Daniel Presley, grande fan delle commedie americane degli anni Cinquanta, ha creato poi i personaggi che le ruotano intorno e l'apporto dello sceneggiatore ventiseienne Romain Compingt, estimatore al tempo stesso di Britney Spears e Marilyn Monroe, ha fatto il resto, componendo le linee di una commedia romantica à la Woody Allen con il tocco francese. Il periodo in cui l'azione si svolge è quello della fine degli anni Cinquanta, una dimensione spazio-temporale che segna l'inizio della società dei consumi per gli adolescenti - con la nascita del rock and roll e con l'evoluzione dei codici di abbigliamento - e della percezione degli sport come forma di intrattenimento e sponsorizzazione. è anche il periodo del boom del secondo dopoguerra, un momento storico in cui la disoccupazione era al minimo, il futuro appariva roseo e nessuno si preoccupava delle ombre che avrebbero portato agli eventi politici del decennio successivo.
Il biennio 1958-59 precede di poco anche i processi di emancipazione femminile e annuncia la rivoluzione socio-culturale che verrà. Al contempo è anche un momento in cui l'uomo è ossessionato dal concetto di velocità: aumenta la velocità delle automobili e viene sviluppato il primo aereo supersonico.
COLORI E SUONI DEGLI ANNI CINQUANTA
Gli anni Cinquanta in Tutti pazzi per Rose rivivono grazie a un processo di miscelazione in cui è possibile ritrovare elementi del cinema di Billy Wilder o Douglas Sirk affiancati da immagini realistiche, quasi da documentario, che restituiscono sagome e volti dEL periodo. Il colore delle immagini è quello tipico dei film americani e francesi di quegli anni e da ispirazione hanno fatto Il palloncino rosso o Zazie nel metrò (anche se è possibile ravvisare dei riferimenti all'uso del colore fatto dai registi della Nouvelle Vague e, in particolare, da Godard in La donna è donna e al cinema di Jacques Demy). I costumi e le scenografie, invece, si rifanno alle copertine realizzate per molti album da Alex Steinwess, uno dei più famosi illustratori statunitensi. Poiché la produzione degli oggetti allora non era ancora legata al consumo di massa, per Populaire ogni cosa è monocromatica e l'effetto lo si è ottenuto grazie a una desaturazione dei colori che ha mantenuto come basi dominanti il rosso, il verde e il blu.
Le musiche scelte non fanno riferimento solo al biennio '58-'59 ma coprono un margine di circa tre anni prima e dopo. Sono state usate in particolar modo musica lounge e jazz di artisti americani come Les Baxter e Martin Denny ma anche canzoni francesi del periodo, cantate da interpreti noti come Yves Montand, Léo Ferré, Georges Brassens ed Edith Piaf, e da artisti allora sconosciuti come Jack Ary, leader di una band di cha-cha e mambo che a 20 anni ha pubblicato il 45 giri della sua versione di Le tcha-tcha de la secrétaire.
Note
Non fosse per una incongrua scena di sesso illuminata da neon blu e rossi, l’apparato a base di colori pastello e schermaglie garbate sembrerebbe sbucato direttamente da mezzo secolo fa. Un gioco ben condotto, con comprimari di livello (tra cui Bérénice Bejo e Frédéric Pierrot), che pecca di lungaggini (il primo bacio ci mette 60 minuti esatti ad arrivare) e sconta un po’ di noia nei reiterati campionati di uno “sport” scarsamente cinegenico come la dattilografia.
Trailer
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Commenti (4) vedi tutti
Signore e Signori la nuova meravigliosa Audrey Hepburn”Deborah François”, sulle orme di un mito.
leggi la recensione completa di claudio1959Accurata ricostruzione dei sogni femminili nella provincia francese alla fine degli anni ’50, quando i modelli della commedia rosa del cinema americano cominciarono a imporsi anche in Europa, indicando alle giovani donne la via d’uscita dalla subalternità familiare: prepararsi al lavoro più ambito per loro, quello della segretaria.
leggi la recensione completa di laulilla.... innamorarsi al ritmo della dattilografia estrema...
leggi la recensione completa di fratellicaponeNonostante qualche lungaggine di troppo, questa commedia è gradevole e gustosa. Bellissima l'ambientazione. Per una serata in tranquilla predisposizione al positivo…
commento di fefy