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Faccia d'angelo

Regia di Andrea Porporati vedi scheda film

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La recensione su Faccia d'angelo

di supadany
6 stelle

Film nato per la televisione, diviso in due episodi da novanta minuti ciascuno, che conferma il buon lavoro che in questo segmento sta portando avanti Sky negli ultimi anni.

Un prodotto che accusa un po’ la sua stessa origine, ma realizzato con una sufficiente cura e con una storia, e con essa un protagonista, in grado di riempire lo schermo per tutta la sua durata con sviluppi in costante evoluzione.

Negli anni ’70 il Toso (Elio Germano) si trasforma in breve tempo da piccolo criminale a uomo in grado di controllare con la sua banda diversi giri sporchi nel Veneto, tra droga, gioco d’azzardo, rapine miliardarie e rapimenti.

Sulle sue tracce c’è un agente molto determinato, e i due si scontreranno più volte sul campo fino ai primi anni novanta.

 

Locandina originale

Faccia d'angelo (2012): Locandina originale

 

Diciamolo subito, Felice Maniero, in arte “Toso” è un personaggio che ben si presta ad essere immortalato in un film, ed anche bello lungo dato che tantissime azioni (e situazioni) hanno segnato la sua (lunga) esistenza da criminale.

Si tratta di una parabola classica, gli inizi in piccolo (ma con un certo stile, altri tempi, altri realtà), seguiti dalla collusione con gli ambienti che contano, soldi a palate in entrata, agenti alle calcagne, arresti, fughe impossibili e poi la resa dei conti che, bene o male, prima o poi tocca a (quasi) tutti coloro che intraprendono una vita del genere.

Un film zeppo di occasioni per sviluppare il racconto, gestito con un ordine e con tante variabili al seguito (anche l’amore e la famiglia hanno ruoli tutt’altro che secondari) che probabilmente pecca soprattutto nei momenti chiave.

Insomma ci sono diverse scene fondamentali, ma quando il registro deve alzare i toni, che siano essi drammatici o meno, non si riesce ad andare oltre uno standard onorevole, ma non rinvigorito come si sarebbe potuto aspettarsi.

Ciò detto rimane un prodotto di tutto rispetto, un piatto ricco di sapore (aperto e chiuso dalle musiche degli Afterhours), che vive anche di un interprete di alto (a altro) rango qual’è Elio Germano che nei panni di un personaggio che si crede onnipotente può dar sfoggio del suo istrionismo senza troppi pudori.

Visione piacevole.

 

Andrea Porporati

Da vita ad un insieme piuttosto affiatato e sufficientemente curato con un ritmo adeguato alle spalle.

Probabilmente pecca solo nei momenti salienti che fatica ad immortalare come si deve.

Più che sufficiente nel complesso.

Elio Germano

E' il classico ruolo (il malavitoso) che piace al cinema e che ispira gli interpreti.

Germano sfrutta l'occasione e carica, e quando occorre sovraccarica, la figura del Toso in maniera egregia.

Bella interpretazione. 

Katia Ricciarelli

Piccola parte (è la madre del Toso) recitata in scioltezza.

Pienamente sufficiente.

Carmine Recano

La profusione d'impegno c'è eccome, la determinazione del suo personaggio è ben resa, ma lascia anche la sensazione che si sarebbe potuto far di meglio.

Comunque largamente sufficiente.

Nino D'Agata

Compare brevemente in alcuni frangenti dando l'idea di sapere il fatto suo.

Sufficiente.

Stefano Fregni

Nei panni di un collega dell'ispettore, si muove con naturalezza.

Sufficiente.

Elena Radonicich

Nella parte della prima donna, almeno importante, del Toso.

Non ha grandi occasioni per farsi segnalare.

Sufficiente.

Linda Messerklinger

Con lo sguardo buca letteralmente l'obiettivo.

Buona anche la sua partecipazione emotiva, oltre quella prettamente estetica.

Discreta.

Andrea Gherpelli

Interpreta uno dei componenti della banda.

Sufficiente.

Matteo Cremon

Interpreta uno dei componenti della banda.

Sufficiente.

Diego Pagotto

Espressione scaltra e poco rassicurante che ben si presta all'occasione.

Più che sufficiente.

Fulvio Molena

Quando deve essere viscido ci riesce piuttosto bene.

Pienamente sufficiente.

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