Regia di Carl Theodor Dreyer vedi scheda film
La passione di Giovanna d’Arco raccontata a partire dal processo, proseguendo per le torture ed arrivare alla tragica morte. Un affresco di Carl Theodore Dreyer sulla pulzella d’Orleans ancora oggi foriero di una carica emotiva ineguagliabile. La musica rende certamente più digeribile la visione che di per sé risente del proverbiale minimalismo estetico di Dreyer, con la riduzione al minimo di scenografie, arredamenti ed orpelli di qualsiasi natura, con lo scopo di evitare che lo sguardo dello spettatore possa disperdersi altrove. La protagonista viene ripresa solo una o due volte a figura intera, per il resto sempre primi o primissimi piani; Dreyer filma una confessione, un processo, le torture, il pentimento e l’esecuzione sul rogo senza distaccarsi minimamente dal suo stile d’inquadratura, dal suo concepimento di “verità” cinematografica. Se si esclude il finale, in cui si riprende la vana rivolta del popolo francese, sono rarissime le inquadrature che vadano oltre il campo medio, eppure c’è più di una carrellata ed addirittura un paio di sorprendenti riprese acrobatiche. Nei numerosissimi primi e primissimi piani, sebbene gli sguardi carichi di parossismo ricordino i volti del divismo hollywoodiano e i bordi dell’inquadratura (dovuti al logoramento della pellicola) richiamino gli artifici di Billy Bitzer, questo è volutamente un altro cinema. È il cinema dell’intensità, della concretezza, della verità.
La pellicola, intesa in senso fisico, che possiamo reperire oggi, e che è stata restaurata in Francia nel 1985, dopo aver subito numerosissime vicissitudini è stata recuperata miracolosamente da un istituto di igiene mentale norvegese e, anche a seguito del suddetto restauro, è presumibilmente molto aderente a quella originariamente concepita da Dreyer. In questa versione restaurata i testi sono in francese (traduzione di Maurice Drouzy) rispetto a quelli danesi concepiti in origine.
La protagonista Melle Falconetti, interpreta Giovanna d’Arco per una prova indubbiamente difficile e debilitante. Il suo personaggio le rimane attaccato addosso in maniera indelebile, rendendo impossibile prescindere l’attore dal personaggio, come poche altre volte nella storia del cinema accadrà. Nel cast, riconoscibile un giovane Michel Simon in un ruolo minore.
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